Thursday, October 2, 2014

DASTRAfiles, También la Lluvia (Anche la Pioggia), 2010

También la Lluvia, 2010
Spagna, Francia, Messico - 104’
Regia: Icíar Bollaín
Produzione: Morena Film


Nell'imminenza del Columbus Day, ripropongo una recensione del film "Tambien la Lluvia" (Anche la Pioggia) della cineasta spagnola Icíar Bollaín. Ispirato a fatti realmente accaduti nel 2000, in una Bolivia sconvolta dagli scontri sulla proprietà dell'acqua, il lungometraggio racconta le vicende di una troupe cinematografica testimone della sommossa che risolve, almeno a Cochabamba, “la guerra del agua”.
 
Ancora, mezzo millennio dopo la scoperta delle Americhe, le genti indigene del Nuovo Mondo si ritrovano a subire un'idea di progresso unilaterale e nefasta. Ora sono i politici e le multinazionali a usurpare le esistenze e la vitalità di territori che bastano a se stessi in virtù dell'armonia della natura. L'invasione moderna supera una fame di metalli preziosi mai completamente soddisfatta e si risolve a modalità speculative più sottili e più ciniche. Ciclicamente i potenti della terra ripropongono le origini delle disuguaglianze e, opponendo la violenza alle ragioni dell'equilibrio, puntano alla proprietà esclusiva di risorse il cui significato essenziale sta invece nella condivisione partecipata.
E' il caso emblematico di Cochabamba a ispirare Icíar Bollaín che in Tambien la Lluvia, va oltre le occorrenze artistiche che competono alle sue qualità di regista e trasforma un fatto cinematografico nella presa di coscienza del riconoscimento della realtà vera, quella che vivono gli abitanti della città boliviana che, costretti a opporsi alle provvidenze colonialiste e al destino che la Storia sembrava aver loro assegnato, lottano per il bene più prezioso, l'acqua che cade dal cielo e che non ha padroni e non può essere concepita come merce di scambio.
Tambien la Lluvia narra della produzione di un lungometraggio in costume basato sul mito negativo di Cristoforo Colombo (che trova il Paradiso e lo annienta); ma quello che all'inizio appare essere un film che racconta la ferita storica che l'espansionismo eurocentrico ha inferto alle civiltà precolombiane, si trasforma in una sequenza di accorgimenti geniali che intendono descrivere un conflitto in corso, uno dei più cruciali della nostra epoca e, attraverso una tensione crescente, la recita si confonde e si mescola con la realtà degli avvenimenti attuali e, con l'evolversi degli eventi, cresce anche la coscienza di alcuni dei personaggi che popolano il film.
Ci sono cose più importanti di una pellicola, dice uno dei protagonisti, colui che, ingaggiato come figurante a impersonare il capo indio che nella rappresentazione si oppone ai soprusi dei conquistadores, è nell'attualità il leader della rivolta contro le multinazionali che hanno deciso per legge di far pagare persino la pioggia che cade sulle nostre teste. La troupe gira in un contesto nel quale le situazioni repressive e le condizioni di sfruttamento originali vengono replicate in tempo reale: le due vicende apparentemente sovrapposte (l'invasione spagnola e la sommossa contro la privatizzazione dell'acqua) si intrecciano e quasi si confondono e, intanto che gli eventi passati e quelli contemporanei vengono attraversati dagli stessi attori, le due storie diventano uguali, sono una sola storia, sempre la stessa che si ripete. La differenza è che, ora che la guerra è per l'acqua, per l'oro azul, i miti e generosi indios si ribellano e la loro emancipazione invita alla crescita di chi, per paura o per indifferenza, preferirebbe rimanere nel limbo sicuro del cronista o dello spettatore.

Molti sono i significati dell'opera della Bollaín e la situazione di crisi finanziaria e di valori in cui versa l'industria del cinema è uno di questi.
Ma è lo stratagemma metanarrativo, riconoscibile nell'analogia del passato e del presente, che fa di También la Lluvia uno strumento critico adeguato per la comprensione di rivolte sociali, anche drammaticamente vicine, occultate ad arte nel nome di un progresso paradossale, quello che si appropria delle risorse vitali e, in modo irrimediabile, le esaurisce.

E' un articolo scritto da Pierangelo Cardìa (Hugo Beaumont) originariamente pubblicato su fonte.

Trailer



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