tag:blogger.com,1999:blog-67901288192863484592024-03-13T12:54:49.178+01:00Hugo BeaumontMusic@verbAAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.comBlogger144125tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-42557823825461432542015-07-21T17:43:00.003+02:002015-07-21T17:48:13.695+02:00DASTRAfiles, Pianura Ex<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<b>Il Suolo Minacciato</b>, 2009<br />
Italia - 50'<br />
Regia: Nicola Dall'Olio<br />
Produzione: WWF e Legambiente di Parma<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-49B5NP6F7yA/Va5c_89VmbI/AAAAAAAAAqc/nH4804f3Y_w/s1600/__048325___2012-06-08_104657.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="http://4.bp.blogspot.com/-49B5NP6F7yA/Va5c_89VmbI/AAAAAAAAAqc/nH4804f3Y_w/s320/__048325___2012-06-08_104657.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">fonte: meteolive.leonardo.it</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>La
valle del Po, uno dei più fertili tra i territori d'Europa, subisce
dall'inizio degli anni novanta del secolo scorso la pressione di
un'urbanizzazione sterile che avanza, nella sola provincia di Parma, di
oltre un ettaro al giorno. Come una terra invasa dal cemento potrà in
futuro dare nutrimento a popolazioni date in aumento è uno dei quesiti
di cui intende dare ragioni Il Suolo Minacciato, documentario del 2009
di Nicola Dall'Olio.</i></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Già Alexis Marant, con il suo film inchiesta del 2010 <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2014/06/dastrafiles-planete-vendre.html#.Va5ewYX-u3k" target="_blank">Planète à Vendre</a>, aveva rivelato i particolari delle problematiche globali riferibili allo
sfruttamento squilibrato del suolo agricolo a livello mondiale. In quella sua opera Marant descriveva le manovre occulte di specifici
settori dell'industria agroalimentare e di intere Nazioni, rivolte
all'acquisizione dei terreni coltivabili situati generalmente in paesi
in via di sviluppo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il documentario di Dall'Olio aggiunge notizia secondo la quale
anche l'Italia, in qualche modo, contribuisce al fenomeno dello
sfruttamento delocalizzato dell'agricoltura quando, per esempio,
cementifica i suoi campi intanto che acquista da multinazionali risorse
come i mangimi, di dubbia qualità e provenienza. E questo è soltanto
uno degli aspetti negativi che ne “Il Suolo Minacciato” ci vengono raccontati con competenza da allevatori, agricoltori ed esperti di quei
settori che da sempre danno lustro all'immagine dell'Italia nel mondo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Alternando le riprese di vasti tratti delle pianure che fino a venti
anni fa rappresentavano l'eccellenza delle produzioni alimentari e
agricole nostrane ad interviste con personaggi di spicco in campo
sociologico, climatologico e agroalimentare, il regista parmense
affronta la crisi del sistema rurale padano portandolo a modello di una
rinuncia programmatica del Bel Paese, che privilegia il ricorso alla
speculazione edilizia e dimentica che è l'impegno sulla coltivazione
della terra a nutrire le speranze per il futuro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tra gli esperti consultati nel corso del film, condividono le proprie competenze e il loro giudizio <a href="http://associazione.slowfood.it/associazione_ita/ita/dizionario/01.lasso">Carlo Petrini</a>, fondatore dell'associazione internazionale <a href="http://associazione.slowfood.it/associazione_ita/welcome.lasso">Slow Food</a>, Wolfgang Sachs, sociologo ed economista tedesco, Edoardo Salzano, urbanista e direttore di <a href="http://eddyburg.it/">Eddyburg.it</a>, Luca Mercalli, climatologo di vasta cultura che presiede la Società Meteorologica Italiana e dirige la rivista <a href="http://www.nimbus.it/">Nimbus</a>, <a href="http://www.irealp.it/414,News.html">Paolo Pileri</a>, ricercatore presso il Politecnico di Milano e direttore scientifico dell'Osservatorio Nazionale sui consumi di suolo (Oncs).<br />
Tutti
concordano nel tracciare i dettagli dello scenario inquietante che
profetizzava nel 2009 le tragedie ambientali recenti, di Genova e delle
Cinque Terre, del Piemonte, della Campania, della stessa Pianura Padana. Emblema di eventuali
disastri ecologici e sociali a venire è una provincia di Parma
sfigurata, trasformata da Food Valley quale era a Gru Valley (secondo le
definizioni proposte dai protagonisti del mediometraggio). Qui, nei
luoghi d'origine di salumi e formaggi unici al mondo, una urbanizzazione
dilagante sta trasformando l'essenza stessa di questa regione, ridotta
ormai a un cantiere dove la capannonizzazione (il neologismo azzeccato è
di L. Mercalli), che ruba progressivamente spazio a campi e ad
allevamenti, è espressione del “fenomeno assolutamente italiano che
pesca nella torbidità degli interessi locali” senza tener conto dei
diversi elementi di equilibrio nella gestione di un territorio.<br />
Il
suolo non è una risorsa rinnovabile, poichè la terra ha una dimensione
finita che può diventare irrecuperabile quando la sua produttività viene
sacrificata nel nome di guadagni facili e immediati; e la corsa
improntata a speculazioni edilizie ed a interessi economici e finanziari
che ha come conseguenza la riduzione delle aree agricole prelude a
contesti catastrofici. Soltanto recuperando l'amore per la terra, quella
terra così com'è, quella terra lavorata dal verme che la rende
permeabile, quella terra elemento del ciclo di cui l'uomo stesso è
parte, sarà possibile ritrovare la coscienza di quanto essa sia un bene
prezioso, unica condizione per proteggerla e conservarla al domani nella
sua integrità.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
PS:<i> il paradosso ultimo è il giardino/orto verticale, inaccessibile ai cani</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' un articolo scritto da <a href="https://www.facebook.com/pierangelo.cardia" target="_blank">Pierangelo Cardìa</a> (<a href="https://www.facebook.com/guitarhugobeaumont" target="_blank">Hugo Beaumont</a>, <a href="https://www.facebook.com/dastrageorn" target="_blank">Dastra</a>) originariamente pubblicato nella sua interezza su <a href="http://www.effettoterra.org/" target="_blank">fonte</a>.<br />
<br />
Video integrale:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/Z3-1l1I28cY/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/Z3-1l1I28cY?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="padding: 0px 5px;">
</div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio Torino, Italy45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-22814004954967184762015-07-17T17:42:00.000+02:002015-07-17T17:42:35.868+02:00DASTRAfiles, M. Loch Ness<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
National Geographic - The Truth Behind: <b>The Loch Ness Monster</b> (2011)<br />USA – 45'<br />Regia: Mike Wafer<br />Produzione: Zig Zag Productions for National Geographic Channels<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-NqurSdUUixg/Vakem-2Fi9I/AAAAAAAAAqI/p5Czlbfx4dM/s1600/loch-ness2-03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="176" src="http://4.bp.blogspot.com/-NqurSdUUixg/Vakem-2Fi9I/AAAAAAAAAqI/p5Czlbfx4dM/s320/loch-ness2-03.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Il Loch Ness è un lago antico nascosto tra le remote Highlands scozzesi.
Questo specchio d'acqua profondo e oscuro tiene in sé i segreti del
mistero irrisolto di Nessie, icona perfino più famosa di Robert Burns e
di Sean Connery. Un documentario recente del National Geographic Channel
propone una serie di tesi che spiegano la leggenda del mostro più
famoso del mondo.</i></div>
<br />
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Il mostro, chiamato anche Nessie o Ness (la parola ness, secondo una leggenda trascritta da <a href="http://www.nessriver.co.uk/pages/nessriver/nessName.html">J. F. Campbell</a>,
potrebbe tra l’altro significare “adesso”, dal termine gaelico neesh), è
un animale misterioso e non ben identificato che si dice abiti il Loch
Ness, lo scuro lago situato nei pressi della città di Inverness al nord
della Scozia.<br />Il Loch Ness, che misura circa 36 km in lunghezza ed è
largo 1,5 km, è profondo 240 metri (più del Mare del Nord) e le sue
acque hanno la caratteristica di essere particolarmente buie per via
dell’alta concentrazione di torba nel suolo che lo circonda.<br />Tale è
lo scenario che ospita, fino a prova contraria, uno dei miti tra i più
discussi della nostra era. E in effetti, a fronte di più di 10.000
avvistamenti segnalati, ci si continua a chiedere cosa realmente i
testimoni abbiano visto nei repentini istanti in cui il lago sembrava
svelare i suoi segreti.<br />I protagonisti del documentario “The Truth
Behind: The Loch Ness Monster” tentano di comprendere, chi con il
supporto della scienza, chi con la certezza delle proprie empiriche
opinioni, se e quanto l’occorrenza nutrita degli avvistamenti del mostro
possa corrispondere a fatti reali piuttosto che a occasioni mitizzate
dalla fantasia umana.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Certo è che la specificità del luogo offre innumerevoli motivi, anche
plausibili, per i quali Nessie continui ad avere una sua dimensione, sia
pure chimerica, nell’immaginario collettivo. Così la pensa per esempio
Steve Feltham che per vivere il sogno che lo accompagna da quando aveva 7
anni, ha deciso due decenni orsono di rinunciare al suo lavoro, alla
casa e persino alla fidanzata, per fondare un piccolo centro di ricerca
sulla riva del lago allo scopo di monitorarne sistematicamente la
superficie in attesa della manifestazione tanto auspicata. La maggior
parte delle testimonianze suggeriscono che il mostro possa essere un
plesiosauro (creatura preistorica estinta ben 65 milioni di anni fa), ma
le teorie di Feltham si discostano da quello che rimane un cliché poco
persuasivo della raffigurazione di Nessie. Egli ha la convinzione,
giustificata anche dal <a href="http://dizionari.hoepli.it/Dizionario_Italiano/parola/paleozoologia.aspx?idD=1&Query=paleozoologia">paleozoologo</a>
Darren Naish dell'Università di Portsmouth, secondo la quale l’essere
che popola il Loch Ness debba essere uno storione gigante, un pesce
spaventoso e non un rettile mostruoso. L’opinione che dà corpo alla
ricerca sul campo di Steve Kulls, <a href="http://dizionari.hoepli.it/Dizionario_Italiano/parola/criptozoologia.aspx?idD=1&Query=criptozoologia&lettera=C">criptozoologo</a> conosciuto per gli studi da lui effettuati a proposito dello <a href="http://www.linguaggioglobale.com/mostri/txt/179.htm">Sasquatch</a>
detto anche Big foot, Momo o Piedone, è piuttosto rivolta a una gamma
più vasta di possibilità rivelatorie. Il suo intento è dimostrare la
presenza nel lago di un animale vero, non importa di quale forma. A
questo fine si avvale della collaborazione di esperti sommozzatori
attrezzati con apparecchiature modernissime, come le telecamere
subacquee dotate di sonar, perché nelle nere profondità del Loch Ness
possano scorgere fonti di cibo, o scheletri sul fondale, o caverne
subacquee che fungano da tana.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Sicuramente l’incontro, eventuale ma documentato, con Nessie
corrisponderebbe alla realizzazione del sogno di molti scienziati: tra
questi Mikko Tarala, ricercatore che monitora costantemente il lago per
mezzo di telecamere disposte strategicamente nell'area e collegate ad
internet. Il suo sito online riceve molte decine di migliaia di visite
al mese e permette a persone di tutto il mondo di partecipare
virtualmente alla caccia al mostro. Tarala crede - motivo che giustifica
l'inafferrabilità di un essere ancora non scoperto - nell’esistenza di
una famiglia di creature che si trasferiscono dal lago periodicamente al
mare poichè il bacino del Loch Ness non può sostenere, dal punto di
vista della disponibilità di cibo, una popolazione che secondo gli
esperti dovrebbe necessariamente aggirarsi intorno alla ventina di
unità.<br />Un'altra delle ipotesi portate ad alimentare l’esistenza
sempre attuale di un mostro nel Loch Ness è strettamente collegata alle
certezze di coloro che pensano che ad abitare il lago sia la singola
presenza di un rettile che può riprodursi senza accoppiamento, per
partenogenesi, come è accaduto recentemente ad una femmina di Varano di
Komodo ospite di una struttura zoologica nel Regno Unito.
La qualità, estrema o ragionevole, degli interventi e l'interesse che
suscitano le testimonianze non risolvono il mistero, soprattutto perchè
la mente umana non funziona come un video recorder ma è strutturata per
creare immagini che a volte non hanno corrispondenza con la realtà. E
poi, in un'era in cui si conosce molto più dell'infinità dello spazio
piuttosto che delle profondità dei mari, la vicenda del Mostro si
infittisce di nuovi quesiti; tra questi, uno si propone spontaneo: se il
Mostro di Loch Ness è solo un mito, come è possibile che la sua fama
perduri e anzi si diffonda sempre di più? Forse, a equilibrare il
terrore latente e poi improvviso della fine che è preludio dell'arcano,
la risposta risiede nella necessità umana di dare sostanza totemica alla
paura ancestrale dell'inizio indescrivibile di tutte le cose, prima del
quale c'è il caos. O forse, più semplicemente, sono gli interessi
dell'industria turistica a rinnovare i contenuti di una storia che
conduce ogni anno molte migliaia di turisti sul suolo scozzese.<br />Il
tempo, sicuramente ancora, offrirà prima o poi il suo giudizio, poiché
ogni cosa ha un limite e un suo compimento. Rimane, intrinseco, il
bisogno di eternità dell'uomo a perpetuare l'immortalità delle leggende.<br />
<br />
17 luglio 2015: <a href="http://www.lastampa.it/2015/07/16/societa/si-arrende-anche-lultimo-cacciatore-il-mostro-di-loch-ness-non-esiste-lvoAtXZxsczf2y1S5ZFbuO/pagina.html" target="_blank">Steve Feltham rinuncia alla ricerca di Nessie</a> (Fonte la Stampa)<br />
<br />
E' un articolo scritto da <a href="https://www.facebook.com/pierangelo.cardia" target="_blank">Pierangelo Cardìa</a> (<a href="https://www.facebook.com/guitarhugobeaumont" target="_blank">Hugo Beaumont</a>, <a href="https://www.facebook.com/dastrageorn" target="_blank">Dastra</a>) originariamente pubblicato nella sua interezza su <a href="http://www.effettoterra.org/" target="_blank">fonte</a>.<br />
<br />
Video integrale: <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/3zQ996VkrCc/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/3zQ996VkrCc?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
</div>
<br />
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio Torino, Italy45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-31383544099881931882015-07-15T19:56:00.000+02:002015-07-15T19:56:23.941+02:00DASTRAfiles, Life Cycles 2010<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<b>Life Cycles</b>, 2010<br />Canada, 47'<br />Regia: Derek Frankowski, Ryan Gibb<br />Produzione: Stance Films<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-MrNlyKXJGG4/VaacY6fwe7I/AAAAAAAAAp0/OC4FWM4l9Vk/s1600/lifecycles1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="209" src="http://1.bp.blogspot.com/-MrNlyKXJGG4/VaacY6fwe7I/AAAAAAAAAp0/OC4FWM4l9Vk/s320/lifecycles1.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<i>Inno all'armonia tra macchina e
natura, Life Cycles è la storia della “pista” come metafora di ogni
esistenza: quella dell'uomo e degli strumenti costruiti per superare
ogni limite, quella delle strade e dei percorsi intrapresi, quella
degli scenari vitali che rinnovano emozioni ad
ogni ritorno di stagione.</i><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<br />
<a name='more'></a>Girato in Canada, in Giappone, in
Islanda e negli Stati Uniti, Life Cycles è la rappresentazione dei cicli
vitali che caratterizzano l'universo degli appassionati di mountain
bike. A dar forma a un'opera dai contenuti assoluti che vanno oltre la
descrizione di una semplice impresa sportiva, intervengono le immagini
filmate da <a href="http://wildpigs.it/2011/04/01/viaggiare-in-peru-lesperienza-di-derek-frankowski-fotografo/">Derek Frankowski</a>, fotografo canadese e ora filmmaker, e di <a href="http://www.mirrorfilms.tv/director10.php">Ryan Gibb</a> regista e sportivo innamorato degli spazi aperti; e il racconto scritto da <a href="http://www.kmcmag.com/">Mitchell Scott</a>, a cui dà voce <a href="http://www.highlonesomerecording.com/">Graham Tracey</a> è parte essenziale di un film che tratta l'intero spettro dell'esistenza.<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br />Life
Cycles narra una storia di stagioni e di condizioni atmosferiche e
insieme descrive la vita della bicicletta – l'invenzione più nobile –
dalla fusione dei metalli che la compongono al cedimento delle sue
parti meccaniche al culmine della performance nel cuore della natura. E
intanto che le storie si intrecciano a costruire un'unica trama, il
documentario riproduce i passaggi che disegnano la pista, il sentiero
montano, la direzione che delinea il destino dell'uomo e del biker.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />Le
parole semplici e intense che punteggiano il lavoro di Frankowski e
Gibb suggeriscono quanto siano necessarie connessioni profonde con la
natura, per dar senso reale alla vita e per superare serenamente quella
rabbia contro la macchina che contamina di pregiudizi l'inventiva e il
progresso degli esseri umani. Perché si, l'uomo nella sua voglia di
crescita è capace di distruggere gli equilibri di interi sistemi ma è
altrettanto vero che produce atti stupefacenti quando, per istinto o per
curiosità, per bisogno di sopravvivenza o per ambizione, supera il caos
del mondo e permette alla forza della creazione di prevalere sugli
impulsi distruttivi.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La narrazione, sottofondo quasi
impercettibile alle spettacolari riprese che catturano l'essenza della
montagna e inducono nello spettatore la sensazione della corsa, procede
su diversi piani ed è applicabile sia alla vita di un uomo che al ciclo
di una mountain bike, sia al formarsi del sentiero nella foresta che
all'evolversi delle stagioni. Le riflessioni possono infatti riferirsi
con la medesima efficacia ad ogni aspetto della storia e, se si chiudono
gli occhi - come quando si ascoltavano le favole dei nostri nonni – o
se per qualche momento si distoglie lo sguardo dalle immagini, allora ci
si rende conto che i termini possono adattarsi ad ogni situazione e, in
uno stesso istante, ci si ritrova a pensare che si è nell'atto di
forgiare i singoli pezzi di una bicicletta, o che si sta progettando la
pista da percorrere, o che si è già in corsa e si è nel punto in cui
interviene l'urgenza di spingere sui pedali e di reagire alle
sollecitazioni imposte dal terreno alla meccanica del mezzo e al corpo
del biker.<br />E' così che l'equazione sensoriale proposta in Life
Cycles, offre soluzioni che lasciano intuire la consapevolezza
dell'appartenenza a un tutto che completa e che rende speciali quando la
coscienza intenzionale del vivere risulta palpabile nei balzi e negli
scarti irragionevoli, intanto che le musiche della colonna sonora
cadenzano la magia della corsa, durante la leggerezza del volo o nella
sorpresa improvvisa delle curve e degli impatti inattesi.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
In giorni nei quali è complicato mantenere la sensazione del mistero
intorno a noi, quella percezione che porta in sè il desiderio tutto
umano di svelare ogni segreto in un processo cognitivo che si ripeta
senza fine, risulta spesso difficile accorgersi della bellezza e delle
opportunità che offre la grande avventura della vita. Ed è perciò che
risulta benvenuto, in un'era che rischia di spegnere ogni anelito
vitale, il messaggio esplicito contenuto in Life Cycles, l'invito a
partecipare a una sorta di addomesticamento del tempo nel rispetto dei
ritmi naturali, affinchè di nuovo e continuamente, si possa gustare il
sapore dei desideri umani, secondo lo spirito del mountain biking.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' un articolo scritto da <a href="https://www.facebook.com/pierangelo.cardia" target="_blank">Pierangelo Cardìa</a> (<a href="https://www.facebook.com/guitarhugobeaumont" target="_blank">Hugo Beaumont</a>, <a href="https://www.facebook.com/dastrageorn" target="_blank">Dastra</a>) originariamente pubblicato nella sua interezza su <a href="http://www.effettoterra.org/" target="_blank">fonte</a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/Wk3k_rxad2o/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/Wk3k_rxad2o?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio Torino, Italy45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-7009008877702144492015-07-15T18:20:00.001+02:002015-07-15T18:22:05.949+02:00DASTRAfiles, The Cove 2009<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<b>The Cove</b>, 2009<br />
USA – 91’<br />
Regia: Louie Psihoyos<br />
Produzione: Diamond Docs, Fish Films, Oceanic Preservation Society<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-NiTNfGwYvN0/VaaD6zEleYI/AAAAAAAAApk/KjnY2xvY8es/s1600/Rick-O-Barry-in-The-Cove.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="http://4.bp.blogspot.com/-NiTNfGwYvN0/VaaD6zEleYI/AAAAAAAAApk/KjnY2xvY8es/s320/Rick-O-Barry-in-The-Cove.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<i>The
Cove, documentario che dà visibilità alla pratica segreta della caccia
ai delfini in Giappone, è diretto da Louie Psihoyos. Il regista della
National Geographic Society rivela la scioccante attività legata alla
mattanza dei mammiferi marini in una baia nel territorio di Taiji, una
delle più protette e nascoste insenature dell'arcipelago giapponese.</i><br />
<a name='more'></a><style type="text/css">
<!--
@page { margin: 2cm }
P { margin-bottom: 0.21cm }
A:link { so-language: zxx }
</style>
</div>
-->
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<span style="font-size: small;">The Cove
segue un team di attivisti e filmmaker che in un remoto villaggio
costiero giapponese si fanno testimoni di una pratica crudele
deliberatamente nascosta al pubblico: ogni 12 mesi più di 20.000 tra
focene e delfini vengono macellati a Taiji e la loro carne, che
contiene livelli tossici di mercurio, viene etichettata come carne di
balena ed è venduta a scopo alimentare in Giappone. Il mondo non è
a conoscenza di quello che accade. La baia di Taiji è infatti
interdetta al pubblico e qui, dove le macchine da presa sono
proibite, i media non possono documentare il tragico evento che si
ripete ogni anno nelle stagioni che vanno da settembre ad
aprile.<br />Proprio in un tratto di costa nei pressi di Taiji (luogo
in cui hanno preso il via le moderne pratiche relative alla caccia
alla balena) la comunità locale di pescatori si riunisce
periodicamente secondo modalità ben codificate per costringere verso
la riva migliaia di tursiopi (<i>Tursiops truncatus</i>) o delfini
dal naso a bottiglia, conosciuti per le loro abilità acrobatiche e
per la loro attitudine a sopportare la cattività. La prima
intenzione dei pescatori corrisponde alla loro volontà di
selezionare i piccoli cetacei per poi venderli ad acquari o a gruppi
alberghieri che si serviranno di loro a mo' di attrazione per i
turisti. I delfini scartati – la stragrande maggioranza - vengono
spinti in un’area segreta nella quale vanno incontro al destino
ancora più crudele che ci documenta il regista <a href="http://www.psihoyos.com/">Louie
Psihoyos</a>.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<span style="font-size: small;">Il film descrive come, accompagnato da un team di
coraggiosi, <a href="http://wisesociety.it/incontri/richard-o-barry-luomo-dei-delfini/">Richard
O'Barry</a> riesca a filmare l’uccisione di massa dei delfini,
eludendo le misure di sicurezza che circondano il “luogo del
delitto” a cui i pescatori del centro giapponese tornano sempre per
cultura e per tradizione. I sommozzatori che fanno parte del gruppo,
escogitano una serie di trucchi scenografici per mimetizzare
nell’ambiente le videocamere (nascoste dentro finte rocce e
scogli), rischiando mesi di carcere e, come in un caper movie - dove
è inevitabile parteggiare per i fuorilegge - si affidano ad atti
rocamboleschi per riuscire nella loro impresa.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Figura di spicco
del documentario, <a href="http://www.flickchart.com/charts?genre=Caper">Ric
O'Barry</a>, già alla ribalta degli schermi internazionali per aver
addestrato i 5 delfini che partecipavano negli anni sessanta al
popolare show televisivo Flipper trasmesso anche in Italia, confessa
il suo senso di colpa per aver contribuito all'industria che sfrutta
le abilità dei cetacei e descrive appassionatamente la svolta decisa
che lo spinge ora a distruggere ciò che lui stesso aveva creato. Per
molti aspetti quindi, The Cove è la sua storia e forse anche quella
di tutti noi, quando riflette la tendenza paradossale dell'uomo ad
amare gli animali fino a stravolgerne completamente l'esistenza. In
questo senso, O'Barry va oltre il semplice riconoscimento degli
errori del passato: egli adesso, è l'uomo nuovo che combatte ogni
forma di negazione della vita<span style="font-size: small;">.</span></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Tra le ragioni per le quali i documentari hanno poca audience,
risultano predominanti soprattutto il fatto stereotipato secondo cui
si crede che essi siano noiosi e, non secondariamente, la motivazione
più intima che avverte di quanto un documentario potrebbe mettere
nelle condizioni di dover riconsiderare le portata delle proprie
azioni. Così, se in alcuni casi è indubitabilmente vero che
l’ignoranza possa corrispondere a stati di felicità perfetta,
spesso tuttavia, la consapevolezza dell'importanza degli atti più
semplici può veramente contribuire a migliorare il nostro mondo. <br />Ed
è a questo che invita The Cove: educativo ed avvincente, un thriller
per nulla monotono, il lungometraggio di Louie Psihoyos ispira al
superamento delle piccole battaglie quotidiane che hanno per unico
scopo i nostri personali interessi e sollecita un chiaro e decisivo
passo in avanti verso la prevenzione della mattanza di Taiji,
attraverso la scelta collettiva di non assistere, mai più, agli show
nei delfinari di tutto il Pianeta.</i></div>
<br />
E' un articolo scritto da <a href="https://www.facebook.com/pierangelo.cardia" target="_blank">Pierangelo Cardìa</a> (<a href="https://www.facebook.com/guitarhugobeaumont" target="_blank">Hugo Beaumont</a>, <a href="https://www.facebook.com/dastrageorn" target="_blank">Dastra</a>) originariamente pubblicato nella sua interezza su <a href="http://www.effettoterra.org/" target="_blank">fonte</a>.<br />
<br />
<div style="font-style: italic; padding: 0 5px;">
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/ozLZkXcrFrk/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/ozLZkXcrFrk?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
</div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio Torino, Italy45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-40581133708698575452015-07-07T18:58:00.002+02:002015-07-07T18:58:50.694+02:00DASTRAfiles, Ashes and Snow (Ceneri e Neve), 2005<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<strong>Ashes and Snow (Ceneri e Neve), 2005</strong><strong><br />USA - 60'</strong><strong><br />Regia</strong>: Gregory Colbert<strong><br />Produzione</strong>: Flying Elephants Productions</div>
<div style="text-align: justify;">
<strong></strong></div>
<div style="text-align: justify;">
<strong><br /></strong></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-BMHlNfKZUNc/VZvwsNl9v0I/AAAAAAAAApQ/SWOHem4vC-A/s1600/12785_0_screenshot.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="http://4.bp.blogspot.com/-BMHlNfKZUNc/VZvwsNl9v0I/AAAAAAAAApQ/SWOHem4vC-A/s320/12785_0_screenshot.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">fonte G. Colbert</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
"<em>Le immagini che propongo mostrano un mondo che non ha inizio né
fine, sia dal punto di vista spaziale che temporale. Esploro il
linguaggio e la sensibilità poetica condivisa, per ritrovare il terreno
comune che esisteva quando le persone vivevano in armonia tra loro, con
gli animali, nella natura.</em>" Questo è il senso dell’opera composita del canadese Gregory Colbert, creatore di Ashes and Snow.</div>
<br />
<a name='more'></a>Il lavoro di Gregory Colbert ha il suo esordio nei primi anni novanta
quando l’artista decide di organizzare spedizioni fotografiche e
documentaristiche nei luoghi che rappresentano il nostro unico mondo, quei
territori comuni senza limiti geografici che esprimono il linguaggio
primordiale degli equilibri perduti e da ritrovare.<br />
<br />Colbert, in un progetto dinamico, che comprende il ricorso ad immagini fotografiche e all’uso di filmati
ed è formato nel suo complesso anche da installazioni artistiche e da un
romanzo epistolare, riprende insieme animali ed esseri umani nell'intento di rinnovare il ricordo delle specie totemiche
antenate dell’uomo. Ed è grazie a tale esercizio di anamnesi, intanto che riproduce un possibile <i>illo tempore</i> nel quale uomo e
animale interagiscono in modo spontaneo e improvvisato, come una sola
specie, nella stessa dimensione, che i dettagli del racconto diventano metafora dei rapporti umani.<br />
<br />Precedente
alla distribuzione dei segmenti filmati, è la pubblicazione del racconto
che ha per protagonista un uomo che nel corso di un viaggio lungo un
anno scrive un resoconto appassionato della sua avventura attraverso
365 lettere. Quell'uomo che ha abbandonato tutto per riscoprire se
stesso in “terre lontane”, affidandosi all'introspezione risolve i suoi dubbi e trova la via per la
redenzione. L'ultima delle lettere, l'unica ad essere spedita, è quella
che le riassume tutte: nella versione in inglese del film è la voce
narrante di Laurence Fishburne che ne recita frammenti e che, in un
crescendo emotivo, svela alla fine l'entità stessa dell'opera di Gregory
Colbert.<br />Quando il viaggiatore scrive al suo interlocutore lontano, <em>… brucia
le lettere e lascia - le ceneri sulla neve - alla sponda del fiume. -
Ritorna a primavera, quando la neve sciolta alzerà il fiume - e rileggi
le mie lettere con gli occhi chiusi…</em> e<em> </em>lo invita a
condividere la riscoperta di un idioma originale che non ha bisogno di
simboli per essere compreso, allora diventa chiaro che il viaggio
intrapreso e i mondi onirici vissuti in armonia con gli animali
totemici sono il pretesto geniale che fa riflettere a proposito
dell'incomunicabilità contemporanea: un messaggio di amore
assoluto; una risposta ardente alla solitudine esistenziale.<br />
<br />
E' un articolo scritto da <a href="https://www.facebook.com/pierangelo.cardia" target="_blank">Pierangelo Cardìa</a> (<a href="https://www.facebook.com/guitarhugobeaumont" target="_blank">Hugo Beaumont</a>, <a href="https://www.facebook.com/dastrageorn" target="_blank">Dastra</a>) originariamente pubblicato nella sua interezza su <a href="http://www.effettoterra.org/" target="_blank">fonte</a>.<br />
<br />Sito ufficiale <strong><a href="http://www.ashesandsnow.org/">Ashes and Snow</a></strong><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/gSX444hQ5Vo/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/gSX444hQ5Vo?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br />
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio Torino, Italy45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-64212782262717935872015-03-11T15:46:00.000+01:002015-03-11T15:56:25.727+01:00La More ne lo Tempo de la Terra Piatta, Tratto dalle Cronache di RR&K<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<b>La More ne lo Tempo de la Terra Piatta </b>(racconto ispirato a un fatto realmente accaduto)<b><br />
</b><br />
Tratto dalle <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/search/label/Cronache%20di%20Ronaldo%20Ronaldinho%20e%20Kak%C3%A0segna#.UdhdQIV5G3k" target="_blank">Cronache di Ronaldo Ronaldinho e Kakàsegna</a> by <a data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=440821862662978" href="https://www.facebook.com/dastrageorn">Dastra</a><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-6zsgOZnPqZg/VQBUDRrNmNI/AAAAAAAAAos/wqe-6jyTaJI/s1600/capra.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-6zsgOZnPqZg/VQBUDRrNmNI/AAAAAAAAAos/wqe-6jyTaJI/s1600/capra.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<i><span style="font-size: small;">Manginatebe no piriodo cuano la pioba no la piobeba mai cue la lerba normala no la cresieba fìgu rase la lerba scitta, cue lose sapeba cue la lerba scitta sesa dedentro lo posto ciamado <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/07/la-scola-li-tempi-iusto-prima-cue-lo.html#.VQBPBoWKy3k" target="_blank">laracomio</a> lalase fumabeno tuti e puro fora de lo <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/07/la-scola-li-tempi-iusto-prima-cue-lo.html#.VQBPBoWKy3k" target="_blank">laracomio</a> pedi la tuta.</span></i></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<span style="font-size: small;">Lalereno li ani de la terra piatta nelecue lo sole saprosiugaba sempecuesempe la listesa puostanguera cue purocuepuro li setti locue nusabeno lammerda no ciela faciebeno a disse e tasse.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<span style="font-size: small;">Cuese, nosesa pero lo cue, si la puostanguera lalera siugata poitopo la pioba no la piobeba e sino piobeba lalla nocera nimaco acua.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<span style="font-size: small;">Lo cuese sinificuaba puro cuese nisuno sella la vaba. De ani e ani li ontani. E si nisuno sella la vaba tuti delo popùlo spusaba. Lalera cusi tropi de ani cue nisuno sella la vaba cui li cuio demoto demoto depu nunsella la vaba cue diritura no la spusaba pu demmerda, la profumaba de crano maduro.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<span style="font-size: small;">Ecusi ne lalotale piriodo demmerda macra cue no pirso no nomo de li lalora tempi sase portonne (la rima lecuele sempemplicita) a fa la cosa deta campa arela co nuna tipa cue lastaba en carlensa de la lerba scitta. E cuela cestaba sulimento sollo se lacera la lerba scitta. Cue luio, lo pirso naio, no cela beba.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<span style="font-size: small;">Lo ontano dimessa la povere de la sicuita la se sentiba no sperimento de motta ciclette cue la se corebano la luna detro la latra no lo meso de no staccato cue lera na ispecia de stagionata e la lera puracuepura lo piriodo de lo ano cuano cue se sputabi, meso cue de saliba cene abebi, lo isputo sena staba sol peso ne la laria sicua e freda cuenfato leracuelera satamente lo piriodo cuano se patibeno le penne de lo inberno.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<span style="font-size: small;">Cue fue cue non fue lo pirso e la tipa, cue la doraba de terra cue forse la lasera la bata no trimese poprimma, sela postareno ninu fratto do stabeno du crave cue liccabeno la pedra pe disse e tasse epe magna puro e lecue lalesendo timite secue postaberonne pullà.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<span style="font-size: small;">Lo pirso lo sela boleba copiarse desubeto perocue la tipa lalera ristia cue lasi disi nibisi solo lamente se laleciera la lerba scitta sicua dase fumassela.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<span style="font-size: small;">Laforotuna fuecuecuefuecue cuano lo pirso locue nose sapeba cuese sefare sese sedebbe do lacereno poprimma le du crave cuece labebeno lassato duotri paline demmerda sicua proprolaloro comuo diseberomme arricurdino. Elallora lo pirso facienno finte denente sele metonne na tascia duotri palline decuela lammerda sicua. Lale palline lalereno colo rate cuomo larzilla elale spusabeno no puoco cuomo lammerda stacionata. Ecosi enocosi pela tilare lala tensiona dela la tipa seccomienciobbe ala trituala colle le tita cuele palline demmerda sicua. Navota trituata lala lusabbe peppe parà na sicua e na retta. Lalelocue lala la tipa lalla larcuebbe li ocui pella laconta e lalla natessa e lase buttobbe dedoso delo pirso tuta lafeli e lalacia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<span style="font-size: small;">Lotuto andero bienisimo menocuemeno cuano la tipa la boleba cue lo pirso lacue basasse la buocca. Lalocue lo pirso sarri fiutaba bentandose cue lo preferiba solo lamente li basi da mor.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<span style="font-size: small;">[Descrizione dell'amplesso omessa]</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<span style="font-size: small;">E cuesto lolera la mor ne lo Tempo de la Terra Piatta, cuano la <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/07/la-scola-li-tempi-iusto-prima-cue-lo.html#.VQBPBoWKy3k" target="_blank">Cademia de li Morzi</a> lare clutaba li mejori pe falli debentà li pejori.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<span style="font-size: small;">Note a “La More ne lo Tempo de la Terra Piatta”:<br />
</span></div>
<ul>
<li>le Cronache di Ronaldo Ronaldinho e Kakàsegna si svolgono in una dimensione nella quale la componente spaziale domina su quella temporale in quanto il tempo è fermo, non passa mai e le cose si muovono al suo interno;<br />
</li>
<li>il <b>Narratore</b> implicito non ha nome e si sposta da uno spazio narrativo all'altro, quasi a cercare un filo logico che possa unire gli avvenimenti a cui ha la ventura di assistere;<br />
</li>
<li>il Narratore usa un idioma universale - appreso da un Frasario (nella lingua antica Farasàrio) "turistico" - allo scopo di venir compreso negli spazi diversi e divisi da confini che attraversa nei suoi viaggi ricognitivi. La sua parlata può subire variazioni che dipendono dal numero di osterie visitate nel corso del suo peregrinare e dalle brocche di <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/07/elisir-delle-provencie-unite-ricetta.html#.UdhdEoV5G3k" target="_blank"><b>Elisir delle Provencie Unite</b></a> (la sua bevanda preferita) consumate per dissetarsi durante il cammino;<br />
</li>
<li>le avventure del Narratore sono parte essenziale dell'intero corpus delle Cronache di Ronaldo Ronaldinho e Kakàsegna</li>
</ul>
Nota linguistica: <br />
<ul>
<li>non esiste nella lingua antica forma plurale per Laracòmio: si può dire però "un laracòmio, anzi due, un laracòmio, anzi tre, etc. etc.".</li>
</ul>
Le <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/07/elisir-delle-provencie-unite-ricetta.html#.UdhdEoV5G3k" target="_blank">Cronache di <b>Ronaldo, Ronaldinho e Kakàsegna</b></a> sono frutto della fantasia di <a href="https://www.facebook.com/guitarhugobeaumont" target="_blank">Hugo Beaumont</a> / <a href="https://www.facebook.com/pierangelo.cardia" target="_blank">Pierangelo Cardia</a><br />
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
Pagina Facebook <b><a href="https://www.facebook.com/dastrageorn" target="_blank">DASTRA</a></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;">
<br /></div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio - Torino, Italy45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-37299944631216681862015-02-27T21:30:00.001+01:002015-02-27T21:34:32.542+01:00Mazz Art presenta GIPSO, Mostra Retrospettiva Dedicata a Marco Fadda<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<b>MARCO FADDA <br />
OPERE DAL 1986 AL 2014 <br />
INAUGURAZIONE SABATO 14 MARZO 2015 DALLE ORE 18 <br />
STUDIO KEY • CORSO PESCHIERA, 200 • 10139 TORINO</b><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-LyoeG1fFow8/VPDB2qccqEI/AAAAAAAAAng/e-83fzgeYdc/s1600/Immagine%2B1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-LyoeG1fFow8/VPDB2qccqEI/AAAAAAAAAng/e-83fzgeYdc/s1600/Immagine%2B1.png" height="187" width="400" /></a></div>
<br />
<i>Il gruppo Mazz Art inaugura Sabato 14 marzo, dalle 18 alle 22, presso lo Studio Key, in corso Peschiera 200 a Torino, “GIPSO”: retrospettiva dedicata a MARCO FADDA, scomparso di recente, esponente e cofondatore del collettivo artistico in attività dagli anni '80 a seguire.</i><br />
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<br />
L’esposizione è strutturata come percorso visivo tra le opere dell’autore, a partire da alcuni disegni realizzati in Accademia, sino a giungere alle sue creazioni più recenti, alcune delle quali prodotte insieme ad altri artisti del gruppo: tele e disegni, polittici, sculture di legni assemblati, gessi, "lavagne" (realizzate per il “Rudy Mental Studio”), installazioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dal 15 al 22 marzo 2015, la mostra potrà essere visitata nel pomeriggio, solo su appuntamento, telefonando al 340.2657945</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://www.scribd.com/doc/257153847/Gipso-Marco-Fadda-Retrospettiva" target="_blank">Download Invito</a><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-ASLy4PeRY5A/VPDMjFx2-UI/AAAAAAAAAnw/PKUJfKEnyzs/s1600/Marco_Fadda_centosette.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-ASLy4PeRY5A/VPDMjFx2-UI/AAAAAAAAAnw/PKUJfKEnyzs/s1600/Marco_Fadda_centosette.jpg" height="320" width="243" /></a></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<i><b>GIPSO </b></i><br />
OPERE DAL 1986 AL 2014 <br />
INAUGURAZIONE SABATO 14 MARZO 2015 DALLE ORE 18 <br />
<b>STUDIO KEY</b> • CORSO PESCHIERA, 200 • 10139 TORINO<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-cw7Y8eOI2Sw/VPDNCUjpQPI/AAAAAAAAAoA/5GAQEafCbgU/s1600/Marco_Fadda_lavagna_3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-cw7Y8eOI2Sw/VPDNCUjpQPI/AAAAAAAAAoA/5GAQEafCbgU/s1600/Marco_Fadda_lavagna_3.jpg" height="320" width="320" /></a></div>
<br />
<span style="color: #cccccc;"><span style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="font-size: 10pt;"><span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>BIOGRAFIA</b><i> </i></span>
<span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>a cura di Lucia Casarin</i></span><span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
Marco Fadda nasce a Torino nel 1960.</span><br /><span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;">Si diploma al Liceo Artistico <i>Cottini</i> di Torino, suoi professori sono <i>Antonio Carena</i> e <i>Luigi Mainolfi</i>; nel 1982 inizia a frequentare l'Accademia delle Belle Arti, saranno suoi docenti: <i>Pino Mantovani, Francesco Casorati</i> e l'assistente<i> Nino Aimone</i>.</span>
<br />
<span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;">Nel 1980, fonda con una decina di artisti e altri studenti dell'Accademia di Torino il gruppo <b><a href="http://www.giovannicasetta.it/CASETTA/mazzart.html">Mazz Art</a></b>.
Nel periodo dei graffiti del gruppo si firma "Cromaster 16". Con Mazz
Art partecipa a numerose mostre, interventi e installazioni artistiche
tra cui la Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa Mediterranea
(Barcellona novembre 1985).<br />
Nel 1982 dopo aver frequentato un corso di grafica presso la
Scuola di Cultura Artistica, inizia a collaborare come visualizer con i
principali studi ed agenzie di pubblicità di Torino.</span><br /><span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;">Nel 1986 si diploma all'Accademia <i>Albertina</i> di Torino portando come argomento della tesi "Cy Twombly, il segno".<br />
Realizza molti disegni, acquarelli, acrilici, oli, sculture ed installazioni.</span>
<br /><span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;">Nel 2004 diventa socio dello Studio Key agenzia di graphic design.</span></span></span></span></span> <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-e3mrhSmwjCQ/VPDNBm1q72I/AAAAAAAAAn4/ZuF9NRDrib4/s1600/Marco_Fadda_testa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-e3mrhSmwjCQ/VPDNBm1q72I/AAAAAAAAAn4/ZuF9NRDrib4/s1600/Marco_Fadda_testa.jpg" height="320" width="320" /></a></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Mazz Art</b> è un movimento artistico che ha avuto la sua origine a Torino nel 1980.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si distingue da <a class="mw-redirect" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Street_art" title="Street art">street art</a> e dal mero <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Graffitismo" title="Graffitismo">graffitismo</a>
urbano per i tratti caratteristici che le impongono, come ‘espressione
di una personalità collettiva’, gli stessi fondatori del movimento,
Nicola Arena, Massimo Barbero, Giovanni Casetta, Luigi Casetta, Ernesto
Curiale, Marco Fadda, Stefano Gastaudo, Sergio Rubino, Toni Vercelli,
che operano nel territorio e nel loro privato artistico come <i>randagi eroi</i> che, quando è necessario, rifanno il <i>maquillage</i>
alla città per mezzo di un lavoro di contro-oltraggio ipermediterraneo,
ad esprimere le risultanze di un ambiente che è cambiato, arricchito
instancabilmente dalla presenza attiva delle molteplici subculture
nazionali e impreziosito dagli innesti fruttiferi che provengono dagli
incroci delle idee artistiche a livello internazionale.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'intuizione che segna il concepimento dell'intenzione riproduttiva
di Mazz Art sta nell'osservazione, inevitabile per l'indigeno
metropolitano, che la de-composizione delle opere caduche ha da
diventare <i>humus</i>, per una ri-composizione di teorie evolutive che
stravolgano l'equivoco secolare dell'immobilità cittadina. E così, nel
periodo in cui nuovi paradigmi intervengono a riconoscere l'ordine
intrinseco del caos apparente, il graffitismo murale della Mazz Art,
spesso limitato inizialmente alla pura affermazione di sé, getta i semi e
traccia i segni di un nuovo connessionismo cromatico capace di
riflettere identità e differenze propositive di una rete sociale, in
grado di occupare mediante pennellate umorali e passeggere i non-luoghi
contraddistinti dal ritmo postindustriale del silenzio e della rovina.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma, proprio quando l'arte del video e dei colori della musica
approdano finalmente in Europa e rimpiazzano definitivamente la carità
unicamente natalizia delle fantasmagorie disneyane, la Mazz Art,
consapevole di rappresentare un'idea di partenza, intanto che concepisce
i lampi dei pappagalli e colibrì che declineranno irrimediabilmente
nell'assenza di luce imposta dalle autorità alle impronte della <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Pantera_%28movimento_studentesco%29" title="Pantera (movimento studentesco)">Pantera</a>,
ribadisce il carattere di transitorietà stilistico, suo e di tutte le
arti che hanno da mutare, per emanciparsi da ogni possibile <i>fond de l'air</i> ideologico.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le opere prodotte durante il periodo di attività della Mazz Art,
contengono i tratti delle storie personali e partecipative dei
performers e ne raccontano le anime, ognuna delle quali presa
singolarmente ha – fatto curioso – affinità con un preciso colore
dell'iride dal rosso di Curiale all’arancione di Fadda e al giallo di
Arena, dal verde di Barbero al blu di Vercelli, dall’indaco di Rubino e
Gastaudo al viola di L. Casetta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il momento mitico delle origini del movimento della Mazz Art e del
suo spirito unitario, sta nell'opera collettiva espressa nella
spettacolare e illuminante mostra <i>off</i> che ebbe la sua location
logica nel centro stesso del colore, all'interno del vasto colorificio
abbandonato e in stato di rovina nel Lungodora Savona di Torino. Di tale
installazione, rimangono il ricordo tramandato dalle fotografie di
Giovanni Casetta e un video musicale e documentario a colori della
durata di 12', “Bagetto/Mazz-Art” realizzato nel 1983 da <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Armando_Ceste" title="Armando Ceste">Armando Ceste</a> (regia) musica di Claudio Bagetto, interpretato da Maddalena Grieco.</div>
<div style="text-align: justify;">
Risultano invece disperse, quasi dimenticate nel tempo e nello
spazio, a causa di eventi naturali o per interventi di recupero urbano
oltre che per l'impossibilità di dare loro un prezzo che le collochi nel
mercato automatizzato di una critica programmaticamente daltonica, le
innumerevoli tracce lasciate sul territorio dagli artisti del movimento
torinese.</div>
<div style="text-align: justify;">
La Mazz Art dura ufficiosamente due decenni, ma le performance
individuali, pur silenziosamente, si confermano e si ripetono fino al
presente, a mantenere tonalità di brillantezza mimetizzate o nascoste
nel grigio di una città che solo periodicamente si ravviva a seconda
degli eventi decisi dall'alto dei poteri che ancora nel 2012, nei giorni
che cadenzano la <i>movida</i> forzata, non comprendono quanto la
fantasia e l'immaginazione del capoluogo piemontese abbiano ormai
superato la dipendenza dalla tecnica del metallo e vogliano scrollarsi
di dosso le conseguenze sottili delle polveri di ricaduta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Oltre ai fondatori del gruppo, hanno operato nell'ambito del
movimento anche altri artisti e creativi con partecipazioni estemporanee
o transitorie. Tra i principali collaboratori di Mazz Art: Roberto De
Pasquale, Liliana Meduri, Daniele Origlia, Claudio Corona.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
[Testo descrittivo di Pierangelo Cardìa (Hugo Beaumont; DASTRA Geornalism). Fonte Wikipedia]</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio - Torino, Italy45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-78177206375880220352015-02-24T03:15:00.000+01:002015-02-24T03:15:08.223+01:00GIPSO Mostra retrospettiva dedicata a MARCO FADDA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial;"><span style="font-size: 10pt;"><b>GIPSO<br />
</b>Mostra retrospettiva dedicata a <b>MARCO FADDA</b></span></span></span><br />
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial;"><span style="font-size: 10pt;"><b><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial;"><span style="font-size: 10pt;">Inaugurazione <b>Sabato 14 Marzo 2015</b> dalle ore 18:00 alle 22:00</span></span></span></b></span></span></span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-KTvr0W-wLVQ/VOvU9Nyx26I/AAAAAAAAAmw/w15XLR_DmbE/s1600/Immagine%2B1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-KTvr0W-wLVQ/VOvU9Nyx26I/AAAAAAAAAmw/w15XLR_DmbE/s1600/Immagine%2B1.png" height="157" width="320" /></a></div>
<br />
<span style="color: #7a7a7a;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial;"><span style="font-size: 10pt;"></span></span></span></span><span style="color: #f3f3f3;"><br /><span style="color: #cccccc;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial;"><span style="font-size: 10pt;"><i>GIPSO<br />
Mostra retrospettiva dedicata a MARCO FADDA<br />
Inaugurazione Sabato 14 Marzo 2015 dalle ore 18:00 alle 22:00<br />
Saranno esposte alcune sue opere classiche e gli ultimi lavori.</i></span></span></span></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="color: #7a7a7a;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial;"></span></span></span><br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<span style="color: white;"><span style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="font-size: 8pt;">In<span style="color: #cccccc;"> seguito la mostra potrà essere visitata dal 15 al 22 marzo 2015, nel pomeriggio, solo su appuntamento Tel. 340.2657945</span></span></span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="color: #cccccc;"><span style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="font-size: 8pt;">
</span></span><span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: 10pt;"><b>Studio Key</b> - Corso Peschiera, 200 - Torino - Tel. 011.480912 MazzArt</span></span></span></span></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-DDNYI4awnCA/VOva8-BvWOI/AAAAAAAAAnA/FOzEtEreKpA/s1600/1377276_538000239611806_1238097878_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-DDNYI4awnCA/VOva8-BvWOI/AAAAAAAAAnA/FOzEtEreKpA/s1600/1377276_538000239611806_1238097878_n.jpg" height="320" width="202" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #cccccc;"><span style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: 10pt;"><span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>MARCO FADDA</b></span><br /><span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>ARTISTA GRAFICO</i><br />
</span><br /><span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>BIOGRAFIA</b><i> </i></span>
<span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>a cura di Lucia Casarin</i></span><span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
Na<span>sce</span> a Torino nel 1960.</span><br /><span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;">Si diploma al Liceo Artistico <i>Cottini</i> di Torino, suoi professori sono <i>Antonio Carena</i> e <i>Luigi Mainolfi</i>; nel 1982 inizia a frequentare l'Accademia delle Belle Arti, saranno suoi docenti: <i>Pino Mantovani, Francesco Casorati</i> e l'assistente<i> Nino Aimone</i>.</span>
<br />
<span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;">Nel 1980, fonda con una decina di artisti e altri studenti dell'Accademia di Torino il gruppo <b><a href="http://www.giovannicasetta.it/CASETTA/mazzart.html">Mazz Art</a></b>.
Nel periodo dei graffiti del gruppo si firma "Cromaster 16". Con Mazz
Art partecipa a numerose mostre, interventi e installazioni artistiche
tra cui la Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa Mediterranea
(Barcellona novembre 1985).<br />
Nel 1982 dopo aver frequentato un corso di grafica presso la
Scuola di Cultura Artistica, inizia a collaborare come visualizer con i
principali studi ed agenzie di pubblicità di Torino.</span><br /><span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;">Nel 1986 si diploma all'Accademia <i>Albertina</i> di Torino portando come argomento della tesi "Cy Twombly, il segno".<br />
Realizza molti disegni, acquarelli, acrilici, oli, sculture ed installazioni.</span>
<br /><span style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif;">Nel 2004 diventa socio dello Studio Key agenzia di graphic design.</span>
</span></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-DkinUqK7qXY/VOvbMk8HPlI/AAAAAAAAAnI/Gb0eBqKDdy4/s1600/1377336_538001106278386_673248794_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-DkinUqK7qXY/VOvbMk8HPlI/AAAAAAAAAnI/Gb0eBqKDdy4/s1600/1377336_538001106278386_673248794_n.jpg" height="320" width="295" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Mazz Art</b> è un movimento artistico che ha avuto la sua origine a Torino nel 1980.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si distingue da <a class="mw-redirect" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Street_art" title="Street art">street art</a> e dal mero <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Graffitismo" title="Graffitismo">graffitismo</a>
urbano per i tratti caratteristici che le impongono, come ‘espressione
di una personalità collettiva’, gli stessi fondatori del movimento,
Nicola Arena, Massimo Barbero, Giovanni Casetta, Luigi Casetta, Ernesto
Curiale, Marco Fadda, Stefano Gastaudo, Sergio Rubino, Toni Vercelli,
che operano nel territorio e nel loro privato artistico come <i>randagi eroi</i> che, quando è necessario, rifanno il <i>maquillage</i>
alla città per mezzo di un lavoro di contro-oltraggio ipermediterraneo,
ad esprimere le risultanze di un ambiente che è cambiato, arricchito
instancabilmente dalla presenza attiva delle molteplici subculture
nazionali e impreziosito dagli innesti fruttiferi che provengono dagli
incroci delle idee artistiche a livello internazionale.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'intuizione che segna il concepimento dell'intenzione riproduttiva
di Mazz Art sta nell'osservazione, inevitabile per l'indigeno
metropolitano, che la de-composizione delle opere caduche ha da
diventare <i>humus</i>, per una ri-composizione di teorie evolutive che
stravolgano l'equivoco secolare dell'immobilità cittadina. E così, nel
periodo in cui nuovi paradigmi intervengono a riconoscere l'ordine
intrinseco del caos apparente, il graffitismo murale della Mazz Art,
spesso limitato inizialmente alla pura affermazione di sé, getta i semi e
traccia i segni di un nuovo connessionismo cromatico capace di
riflettere identità e differenze propositive di una rete sociale, in
grado di occupare mediante pennellate umorali e passeggere i non-luoghi
contraddistinti dal ritmo postindustriale del silenzio e della rovina.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma, proprio quando l'arte del video e dei colori della musica
approdano finalmente in Europa e rimpiazzano definitivamente la carità
unicamente natalizia delle fantasmagorie disneyane, la Mazz Art,
consapevole di rappresentare un'idea di partenza, intanto che concepisce
i lampi dei pappagalli e colibrì che declineranno irrimediabilmente
nell'assenza di luce imposta dalle autorità alle impronte della <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Pantera_%28movimento_studentesco%29" title="Pantera (movimento studentesco)">Pantera</a>,
ribadisce il carattere di transitorietà stilistico, suo e di tutte le
arti che hanno da mutare, per emanciparsi da ogni possibile <i>fond de l'air</i> ideologico.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le opere prodotte durante il periodo di attività della Mazz Art,
contengono i tratti delle storie personali e partecipative dei
performers e ne raccontano le anime, ognuna delle quali presa
singolarmente ha – fatto curioso – affinità con un preciso colore
dell'iride dal rosso di Curiale all’arancione di Fadda e al giallo di
Arena, dal verde di Barbero al blu di Vercelli, dall’indaco di Rubino e
Gastaudo al viola di L. Casetta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il momento mitico delle origini del movimento della Mazz Art e del
suo spirito unitario, sta nell'opera collettiva espressa nella
spettacolare e illuminante mostra <i>off</i> che ebbe la sua location
logica nel centro stesso del colore, all'interno del vasto colorificio
abbandonato e in stato di rovina nel Lungodora Savona di Torino. Di tale
installazione, rimangono il ricordo tramandato dalle fotografie di
Giovanni Casetta e un video musicale e documentario a colori della
durata di 12', “Bagetto/Mazz-Art” realizzato nel 1983 da <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Armando_Ceste" title="Armando Ceste">Armando Ceste</a> (regia) musica di Claudio Bagetto, interpretato da Maddalena Grieco.</div>
<div style="text-align: justify;">
Risultano invece disperse, quasi dimenticate nel tempo e nello
spazio, a causa di eventi naturali o per interventi di recupero urbano
oltre che per l'impossibilità di dare loro un prezzo che le collochi nel
mercato automatizzato di una critica programmaticamente daltonica, le
innumerevoli tracce lasciate sul territorio dagli artisti del movimento
torinese.</div>
<div style="text-align: justify;">
La Mazz Art dura ufficiosamente due decenni, ma le performance
individuali, pur silenziosamente, si confermano e si ripetono fino al
presente, a mantenere tonalità di brillantezza mimetizzate o nascoste
nel grigio di una città che solo periodicamente si ravviva a seconda
degli eventi decisi dall'alto dei poteri che ancora nel 2012, nei giorni
che cadenzano la <i>movida</i> forzata, non comprendono quanto la
fantasia e l'immaginazione del capoluogo piemontese abbiano ormai
superato la dipendenza dalla tecnica del metallo e vogliano scrollarsi
di dosso le conseguenze sottili delle polveri di ricaduta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Oltre ai fondatori del gruppo, hanno operato nell'ambito del
movimento anche altri artisti e creativi con partecipazioni estemporanee
o transitorie. Tra i principali collaboratori di Mazz Art: Roberto De
Pasquale, Liliana Meduri, Daniele Origlia, Claudio Corona.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
[Testo descrittivo di Pierangelo Cardìa (Hugo Beaumont; DASTRA Geornalism). Fonte Wikipedia]</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-ykB8ChAHjB0/VOvbhcYEKfI/AAAAAAAAAnQ/pYvR5113Aw8/s1600/481233_120791984758763_722607952_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-ykB8ChAHjB0/VOvbhcYEKfI/AAAAAAAAAnQ/pYvR5113Aw8/s1600/481233_120791984758763_722607952_n.jpg" height="320" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: 10pt;"><br /></span></span></span></div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-11413013396995458142014-12-11T04:18:00.000+01:002014-12-11T04:18:06.044+01:00DASTRAfiles, Facebook and Wine<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<b>Facebook and Wine</b><br />
Scritto il 5 dicembre 2014<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-Ymz7hnkJeiA/VIkJLAcyaYI/AAAAAAAAAmQ/XILyDUQc_x0/s1600/tarallucci-e-vino-300x300.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-Ymz7hnkJeiA/VIkJLAcyaYI/AAAAAAAAAmQ/XILyDUQc_x0/s1600/tarallucci-e-vino-300x300.jpg" height="320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<i>Un esercizio sulla disattenzione, sull'indifferenza, sulla mistificazione.</i><br />
<a name='more'></a><br />
<b>Facebook and Wine</b><br />
<br />
<b>1. Le Città chiudono i Teatri e i teatranti non si
accorgono che i fondi che spettano loro vanno invece a pellicole
cinematografiche che </b><i><b>en passant </b></i><b>accennano alle città che chiudono i teatri</b><br />
Posto, per paradosso di tipo uno, la mia faccia (suppongo di postare, sup-posto) e i <i>like</i> variano dallo zero all'uno virgola cinque in media; è normale ed è quello che mi aspetto.<br />
Posto, per paradosso di tipo due, il mio corpo stravagante su carrozzina Surace e i <i>like </i>fioccano e toccano e superano i cinquanta; non è normale ma in fondo me lo aspettavo perché si sa, <i>le freak c'est chic</i>.<br />
<br />
<br />
<b>2. Totale numero azioni e reazioni uguale a tre. Che in uno zombilario non sono poi così poca cosa</b><br />
FSHD è considerata una malattia rara. Il che coincide, sarò breve, con cure nessuna e trattamenti nessuno.<br />
Condivido
quindi, per paradosso di tipo tre (non concepisco la compassione di
circostanza), la nozione interessante, NB universalmente interessante,
secondo la quale il numero di malati di FSHD sul Pianeta (Terra)
corrisponde alle 870.000 e 1 (io) unità.<br />
Sono perfettamente
consapevole del fatto che una tale iniziativa, la mia, sia paragonabile,
ad esser generosi, alle risultanze di un impalpabile peto* di origine
umana all'interno di una stalla affollata da una mandria di poderosi
cavalli da tiro belgi del tipo<i> Grand Cacateur</i>.<br />
Considero
con “esterefassionismo illusorio” che non possa passare inosservato il
senso implicito dell'informazione: un fenomeno la cui casistica è enorme
nei numeri non può venire definito raro.<br />
<br />
<br />
<b>3. Ma è mai possibile o porco di un cane</b><br />
870.000 (ottocentosettantamila).<br />
<br />
<br />
<b>4. Qualcuno direbbe che nel peto* di cui sopra possa stare l'origine di un uragano alle Balambas</b><br />
Io dico che FSHD non è una malattia rara.<br />
<br />
<br />
<b>5. Chi a cazzo raccoglie curricula (wrong), se lo scriva sulle sue agenda (right)</b><br />
Da Subito, Muovere il Culo**.<br />
<br />
<br />
<b>6. Quando dobbiamo cominciare a muovere il culo?</b><br />
(Come dicono loro) Da ieri.<br />
<br />
<br />
<b>7. Ovvio, il medico dice</b><br />
Di cosa stai parlando?<br />
<ul>
<li>Ci sono le alluvioni;</li>
<li>ci sono i terremoti;</li>
<li>ci sono le pestilenze;</li>
<li>c'è la guerra (una sola, la stessa);</li>
<li>c'è la delinquenza dei colletti bianchi;</li>
<li>c'è stata la grande depressione e ora c'è la piccola depressione;</li>
<li>c'è il picco del petrolio ormai superato;</li>
<li>c'è il ricco del gas che vuole annettere l'Europa alla Siberia;</li>
<li>c'è il latte che costa mille lire al litro e che domani costa duemila lire al litro;</li>
<li>c'è nelle tue tasche un euro uno che domani vale una lira una;</li>
<li>c'è
il “se Il Capitale Umano entra nella cinquina, io mi ingoio cruda,
senza pane, senza acqua e senza vino, una strapazzata di 12 uova di
iguana con la dissenteria”;</li>
<li>non c'è l'è ma c'è il come se.</li>
</ul>
<br />
<br />
<b>8. Già ma</b><br />
La Merda dell'Artista paga forse eventualmente dopo.<br />
La Shit dell'iconoclasta che iconoclasta non è ma fa come se lo fosse, paga sempre sicuramente prima.<br />
<br />
<br />
<b>9. Il Brutticello</b><br />
L'espressione
“muovere il culo”** può avere varie applicazioni nella realtà
quotidiana, settimanale, mensile, annuale, quinquennale, decennale, […],
secolare. Basta per esempio far ruotare il proprio ego di 90 gradi per
riuscire a distogliere lo sguardo da ogni passato e stare finalmente in
un presente con vista sul futuro.<br />
Gli arganti abitudinari sempre
rimarcano la condizione per cui l'estetica dei Maestri Botticelli era
ispirata dalla disperazione di ciò che si è perso o di ciò che non si ha
e che tale condizione veniva determinata da azioni originali quali fare
il marrone con la terra o il rosso col sangue.<br />
(Il giallo dall'uovo non consideriamolo; mettiamolo da parte nel caso un certo film entri in una certa cinquina)<br />
Ora,
i Maestri Botticelli, visto che il loro dovere l'hanno fatto, meritano
di riposare all'interno dei propri monumenti. E “muovere il culo”, in
questo caso significa finalmente ammettere che nel presente di questo
Mondo operano giornalmente, tanto geniali quanto lo erano i Maestri,
centinaia di migliaia di allievi Botticelli a cui viene venduto un litro
di latte al prezzo di due.<br />
<br />
<br />
<b>10. Sillogismo</b><br />
a. Beaumont è musicista<br />
b. Beethoven è musicista<br />
c. Beaumont è Beethoven<br />
<br />
<br />
<b>11. Il Bello</b><br />
I
Maestri Botticelli hanno imparato e poi insegnato che un dipinto per
durare, anche solamente come idea, deve esser fatto con lacrime, sudore,
sangue (e qualche uovo) mescolati con la terra; essi hanno anche capito
e poi insegnato che un dipinto non può esser fatto con<i> pipì</i> o <i>popò </i>perché in questo modo il dipinto non dura e prima puzza e poi marcisce.<br />
Gli
allievi Botticelli hanno così acquisito la nozione secondo la quale è
essenziale saper distinguere a naso tra un dipinto fatto a regola d'arte
e un dipinto fatto a cazzodicane. Secondo un tale principio il dipinto
fatto a regola d'arte viene considerato bello e il dipinto fatto a
cazzodicane viene considerato brutto. Se per leggerezza o disattenzione
si giudica un dipinto fatto a cazzodicane bello come un dipinto fatto a
regola d'arte, la bellezza cessa di esistere e svanisce nel nulla.<br />
<br />
<br />
<b>12. Il Bello e il Vero, il Vero e il Bello (ci è stato detto) sono uno la conseguenza dell'altro</b><br />
Una società composta da 870.000 affiliati non può venire considerata marginale.<br />
Un fenomeno stabile che interessa sempre 870.000 individui non può essere definito raro.<br />
<br />
<br />
<b>13. Il buco del culo dov'è</b><br />
Ogni cosa ha il suo nome e la sua specificità.<br />
In
questo senso risulta estremamente importante avere la consapevolezza
del punto esatto nel quale è collocato il proprio buco del culo.<br />
Il
buco del culo è quella cosa che sai che ce l'hai ma che non vedi
praticamente mai. A volte ti lancia dei segnali e quindi lo senti. Il
problema è che lo senti ma difficilmente lo vedi. E se non lo vedi, non
ci credi.<br />
Si potrebbe dire addirittura che si può avere esperienza
visiva del proprio buco del culo quasi esclusivamente attraverso lo
sguardo altrui. Ovviamente nel momento in cui si verifica un tale tipo
di esperienza altra si deve sapere che tutto può accadere e che a tutto
bisogna essere preparati.<br />
Ma perché è così essenziale conoscere in
modo preciso e inconfutabile il proprio buco del culo dov'è? Il quesito
ai più disattenti può sembrare irrisolvibile e per loro la risposta
rischia di avere i contorni vaghi dell'utopia. In realtà attraverso il
viaggio antropologico è possibile riconoscere per pura analogia i
dettagli che ci contraddistinguono personalmente. E' infatti sufficiente
guardare dov'è il buco del culo dell'altro per poter dire con una
certa sicurezza dov'è il nostro: “ecco, se quello il buco del culo ce lo
ha lì, allora anche io dovrei averlo grossomodo in una posizione
corrispondente“.<br />
Nel momento in cui viene raggiunta questa
certezza decisiva, sono sciolti tutti i nodi relativi all'incertezza del
sé; nel momento in cui sa il suo buco del culo dov'è, l'individuo
riconosce se stesso; nel momento in cui l'individuo acquista una tale
consapevolezza, a quel punto prende il via il processo che conduce
all'apprendimento dei dettagli della realtà che ci circonda, di quelle
particolarità che sono uniche ma mai marginali, specifiche ma mai rare.<br />
<br />
E' un art. scritto da Pierangelo Cardìa (Hugo Beaumont) per <b>DASTRA</b><br />
<br />
5 dicembre 2014<br />
<br />
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-15605644782282721412014-10-02T02:51:00.000+02:002014-10-02T02:51:48.260+02:00DASTRAfiles, También la Lluvia (Anche la Pioggia), 2010<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<b>También la Lluvia, 2010</b><br />Spagna, Francia, Messico - 104’<br />Regia: Icíar Bollaín<br />Produzione: Morena Film<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-Gt1KDlIu4ds/VCybzYuvb3I/AAAAAAAAAmA/c7rQAa4lYZA/s1600/La_guera_del_agua.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-Gt1KDlIu4ds/VCybzYuvb3I/AAAAAAAAAmA/c7rQAa4lYZA/s1600/La_guera_del_agua.jpg" height="211" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Nell'imminenza del Columbus Day, ripropongo una recensione del film "Tambien la Lluvia" (Anche la Pioggia) della cineasta spagnola Icíar Bollaín. Ispirato a fatti realmente accaduti nel 2000, in una Bolivia sconvolta dagli scontri sulla proprietà dell'acqua, il lungometraggio racconta le vicende di una
troupe cinematografica testimone della sommossa che risolve, almeno a
Cochabamba, “la guerra del agua”.</i></div>
<a name='more'></a><div align="justify">
</div>
<div align="justify">
Ancora, mezzo millennio dopo la scoperta delle
Americhe, le genti indigene del Nuovo Mondo si ritrovano a subire
un'idea di progresso unilaterale e nefasta. Ora sono i politici e le
multinazionali a usurpare le esistenze e la vitalità di territori che
bastano a se stessi in virtù dell'armonia della natura. L'invasione
moderna supera una fame di metalli preziosi mai completamente
soddisfatta e si risolve a modalità speculative più sottili e più
ciniche. Ciclicamente i potenti della terra ripropongono le origini
delle disuguaglianze e, opponendo la violenza alle ragioni
dell'equilibrio, puntano alla proprietà esclusiva di risorse il cui
significato essenziale sta invece nella condivisione partecipata.<br />E'
il caso emblematico di Cochabamba a ispirare Icíar Bollaín che in
Tambien la Lluvia, va oltre le occorrenze artistiche che competono alle
sue qualità di regista e trasforma un fatto cinematografico nella presa
di coscienza del riconoscimento della realtà vera, quella che vivono gli
abitanti della città boliviana che, costretti a opporsi alle
provvidenze colonialiste e al destino che la Storia sembrava aver loro
assegnato, lottano per il bene più prezioso, l'acqua che cade dal cielo e
che non ha padroni e non può essere concepita come merce di scambio.<br />Tambien
la Lluvia narra della produzione di un lungometraggio in costume basato
sul mito negativo di Cristoforo Colombo (che trova il Paradiso e lo
annienta); ma quello che all'inizio appare essere un film che racconta
la ferita storica che l'espansionismo eurocentrico ha inferto alle
civiltà precolombiane, si trasforma in una sequenza di accorgimenti
geniali che intendono descrivere un conflitto in corso, uno dei più
cruciali della nostra epoca e, attraverso una tensione crescente, la
recita si confonde e si mescola con la realtà degli avvenimenti attuali
e, con l'evolversi degli eventi, cresce anche la coscienza di alcuni dei
personaggi che popolano il film. <br />Ci sono cose più importanti di una
pellicola, dice uno dei protagonisti, colui che, ingaggiato come
figurante a impersonare il capo indio che nella rappresentazione si
oppone ai soprusi dei conquistadores, è nell'attualità il leader della
rivolta contro le multinazionali che hanno deciso per legge di far
pagare persino la pioggia che cade sulle nostre teste. La troupe gira in
un contesto nel quale le situazioni repressive e le condizioni di
sfruttamento originali vengono replicate in tempo reale: le due vicende
apparentemente sovrapposte (l'invasione spagnola e la sommossa contro la
privatizzazione dell'acqua) si intrecciano e quasi si confondono e,
intanto che gli eventi passati e quelli contemporanei vengono
attraversati dagli stessi attori, le due storie diventano uguali, sono
una sola storia, sempre la stessa che si ripete. La differenza è che,
ora che la guerra è per l'acqua, per l'oro azul, i miti e generosi
indios si ribellano e la loro emancipazione invita alla crescita di chi,
per paura o per indifferenza, preferirebbe rimanere nel limbo sicuro
del cronista o dello spettatore.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Molti sono i significati dell'opera della Bollaín e la situazione di
crisi finanziaria e di valori in cui versa l'industria del cinema è uno
di questi.<br />Ma è lo stratagemma metanarrativo, riconoscibile
nell'analogia del passato e del presente, che fa di También la Lluvia
uno strumento critico adeguato per la comprensione di rivolte sociali,
anche drammaticamente vicine, occultate ad arte nel nome di un progresso
paradossale, quello che si appropria delle risorse vitali e, in modo
irrimediabile, le esaurisce.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' un articolo scritto da Pierangelo Cardìa (Hugo Beaumont) originariamente pubblicato su <a href="http://www.effettoterra.org/" target="_blank">fonte</a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Trailer</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/vFozF1ATuBU?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br /><br />
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-65652929854121259292014-10-02T01:25:00.000+02:002014-10-02T01:30:57.884+02:00Seminario sulla Libertà delle Dinamiche Mentali ed Emozionali, 25-26 ottobre 2014<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<b>Seminario sulla Libertà delle Dinamiche Mentali ed Emozionali</b><br />
<b>25-26 ottobre 2014</b><br />
<div class="_6a _6b">
Centro Benessere Ruffini Torino<br />
<div class="_5xhp fsm fwn fcg">
via San Paolo 160 Torino</div>
</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-Bs6CJBCp4tk/VCyGDCBBVpI/AAAAAAAAAlw/DqkCVr4gdvI/s1600/Immagine%2B5.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-Bs6CJBCp4tk/VCyGDCBBVpI/AAAAAAAAAlw/DqkCVr4gdvI/s1600/Immagine%2B5.png" height="264" width="320" /></a></div>
<br />
<span class="fsl">Due giorni da trascorrere insieme, durante i quali tratteremo l'argomento degli equilibri tra pensieri ed emozioni (Corso di base)</span><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="fsl">L.D.M.E. vuole essere un cammino che aiuta a ritrovare ed a riscoprire tutti quegli strumenti che, col passare degli anni, sono stati dimenticati e, riscoprendoli, reimparare il loro giusto utilizzo. <br />Uno strumento in più per prendere consapevolezza delle proprie capacità individuali e per riappropriarsi della sana e costruttiva comunicazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="fsl"><br /></span></div>
<ul style="text-align: center;">
<li><span class="fsl">non esiste una formula magica </span></li>
<li><span class="fsl">non esiste un indottrinamento </span></li>
<li><span class="fsl">non esiste un condizionamento </span></li>
<li><span class="fsl">non esiste un’ipnosi collettiva </span></li>
</ul>
<span class="fsl">ESISTE <br />la voglia di camminare insieme; un cammino di due giorni dai quali ognuno potrà trarre i benefici che desidera e che deciderà di utilizzare nel suo personale cammino futuro.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<b>Contatti per informazioni</b><br />
<br />
<span class="fsl">e-mail: <br /><a href="mailto:gruppoldme@gmail.com">gruppoldme@gmail.com</a> <br /><br />Telefono</span><br />
<span class="fsl">per la zona di Torino (TO) <br /> ● Anna 347 393 0644 <br /> ● Gianpiero 333 655 4759</span><br />
<span class="fsl">per la zona di Carmagnola (TO) <br /> ● Rosa 338 300 6274</span><br />
<span class="fsl">per la zona di Savigliano CN) <br /> ● Rosa 347 372 2996 <br /> </span><br />
<span class="fsl">Relatore: Ivano Lideo 349 669 5990</span><br />
<span class="fsl"><br /></span>
<b><span class="fsl">SEMINARIO SULLE </span><span class="fsl">LIBERTA’ DELLE DINAMICHE </span>M<span class="fsl">ENTALI ED EMOZIONALI</span></b><br />
<span class="fsl"></span><br />
<span class="fsl"><br />Il seminario si svilupperà in due giornate complete comprensive di pausa pranzo (</span><span class="fsl"><b>25-26 ottobre 1014</b>)</span><br />
<span class="fsl"><br /></span>
<b><span class="fsl">PROGRAMMA </span></b><br />
<span class="fsl"></span><span class="fsl"><br />1° GIORNO <br /> Mattino <br />- presentazione del programma del giorno <br />- presentazione dello Staff <br />- presentazione dei partecipanti <br />- consegna della dispensa e compilazione questionario <br />- la comunicazione diretta <br />- equilibrio tra pensieri ed emozioni <br />- le dinamiche comportamentali ed i quattro principi fondamentali <br />- PAUSA RELAX <br />- atteggiamenti non propositivi e loro effetti <br />- esperienza di gruppo <br />- i comportamenti e le abitudini <br />- PAUSA PRANZO <br /><br />Pomeriggio <br />- gli atteggiamenti propositivi e loro dinamiche ed applicazioni <br />- esperienza emozionale <br />- i freni inibitori e loro gestione <br />- gli elementi di attenzione <br />- PAUSA RELAX <br />- esperienza emozionale <br />- approfondimento <br />- le emozioni dominanti <br />- discussione sugli argomenti trattati <br />- FINE GIORNATA <br /><br /><br />2° GIORNO <br /> Mattino <br />- presentazione del programma del giorno <br />- lettura di parte della dispensa <br />- discussione in autonomia tra i partecipanti sugli argomenti trattati <br />- PAUSA RELAX <br />- discussione di gruppo <br />- esperienza emozionale <br />- PAUSA PRANZO <br /><br />Pomeriggio <br />- la formazione personale e metodologie di riferimento e suggerimento <br />- esperienza emozionale <br />- approfondimento sulla formazione personale <br />- PAUSA RELAX <br />- approfondimento sulle dinamiche di controllo <br />- esperienza emozionale <br />- le chiavi d’accesso e di controllo <br />- chiusura seminario <br />- consegna attestati di partecipazione </span><br />
<span class="fsl"><br /> </span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-1326589452703844852014-08-23T20:50:00.000+02:002014-08-23T21:04:48.730+02:00DASTRAfiles: Volcans d'Islande, et demain?<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<b>Quando la Terra alza la voce</b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Commento a "Volcans d'Islande, et demain?", documentario francese del 2011 di François de Riberolles e Jacques Bedel (nei giorni in cui si registra l'attività del <span itemprop="articleBody">Bardarbunga, il vulcano</span> <span itemprop="articleBody">più grande d'Islanda</span><span itemprop="articleBody"></span>). 23 agosto 2014</div>
<br />
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-GI1X1v4rpWg/U_jQSU8BqNI/AAAAAAAAAlU/MyqTpmh3ZnI/s1600/volcanic-plume.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-GI1X1v4rpWg/U_jQSU8BqNI/AAAAAAAAAlU/MyqTpmh3ZnI/s1600/volcanic-plume.jpg" height="212" width="320" /></a><br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Nei giorni in cui si risveglia l’attività vulcanica in Islanda con
l’eruzione del <span itemprop="articleBody">Bardarbunga</span>, riproponiamo una recensione di "Volcans d'Islande, et demain?" documentario diffuso da Arte TV nel maggio del 2011.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<a name='more'></a><br />
<br />
<br />
<br />
(Pubblicato in origine in <a href="http://www.effettoterra.org/" target="_blank">Source</a> 2011) Scritto da P. Cardìa - H. Beaumont<br />
<br />
25 maggio 2011 Arte TV</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo l'<b>Eyjafjöll</b>, quattro vulcani islandesi minacciano
di tornare in attività e, questa volta, gli effetti delle eruzioni
potrebbero rivelarsi più gravi che in passato.<br />
Grazie ai media, nel
corso dell’ultimo anno l’Europa ha realizzato finalmente che l’Islanda è
la sede di una forza colossale, con la quale peraltro i suoi abitanti
debbono convivere da secoli. Le nubi emesse dall'Eyjafjöll durante
l’eruzione del marzo del 2010, hanno seminato il panico negli ambiti del
traffico aereo mondiale causando, come conseguenza del
ridimensionamento necessario dei programmi internazionali di volo,
ingenti perdite per le compagnie aeree oltre che per interi settori
dell’economia planetaria.<br />
Ma altri vulcani con potenzialità
distruttive molto maggiori sono sul punto di risvegliarsi in Islanda. I
vulcanologi, sismologi e geologi che sorvegliano con attenzione questa
terra ai confini del mondo, si concentrano ora sui dispositivi di
allerta posizionati intorno ai quattro crateri dove la ripresa delle
attività vulcaniche sembra essere imminente e, per questo motivo, deve
venir monitorata con attenzione in un territorio che, oltretutto, è
geologicamente giovane e ancora in fase di formazione.<br />
Tra queste
possibili eruzioni, quelle che sembrano presentarsi come le più
pericolose e che promettono di essere colossali, riguardano i vulcani <b>Askja</b> e <b>Katla</b>
le cui attività sono documentate fin dall’epoca remota dei Vichinghi.
Si prevede a questo proposito che le ceneri vulcaniche possano arrivare a
depositarsi sulle terre dell’Europa continentale oltre a interessare i
livelli atmosferici di competenza dei collegamenti aerei.<br />
Al momento,
anche se gli scienziati accennano a contesti ambientali potenzialmente
problematici, non appare rilevante il pericolo secondo il quale le
condizioni nei territori interessati possano mutare in modo drastico e
il paradosso del vulcano, che applica forza distruttrice ma anche
rivitalizzante alla produttività della terra, viene citato quasi a
restituire equilibrio e serenità durante la visione di scenari
meravigliosamente terrificanti, quelli dei vulcani in Islanda, che
tolgono il fiato e incutono paura.<br />
Tra le conseguenze previste con
sicurezza in relazione all’attività vulcanica islandese, esiste però il
rischio assolutamente attuale che, ancora, come nella primavera del
2010, le nubi di cenere paralizzino a tempo indeterminato interi settori
dell’economia e uno dei temi centrali del documentario è
ragionevolmente rivolto alla necessità di una sospensione strutturata
delle varie attività di trasporto aereo, quando non sarà possibile
evitarlo.<br />
A non trovarsi in accordo con eventualità di questo tipo,
stanno in prima linea le compagnie aeree che, sentendosi beffate da una
natura in genere sottovalutata, accusano i mezzi di informazione di
seminare il terrore tra i viaggiatori i quali, a loro volta delusi, si
vedono improvvisamente negate la vacanza o le trasferte di lavoro. Gli
interessi generali vengono toccati nel vivo quando i media ravvivano la
coscienza delle persone in relazione ai propri diritti e le compagnie
sanno di dover rimborsare le spese sostenute dai passeggeri a seguito
della sospensione di un servizio.<br />
Così, l’intento (riuscito) degli autori di <b>Volcans d'Islande, et demain?</b>
va ben oltre la semplice descrizione di un fenomeno puramente
naturalistico: il senso della loro opera ha il sapore della resa
consapevole di fronte alla forza e al fascino che la natura esercita
sullo studioso e sull'uomo comune. Ammirando le sequenze del
documentario possiamo immaginare i sentimenti di Plinio, il vecchio, che
drammaticamente non potè evitare il richiamo irresistibile dello
spettacolo che illumina la terra e, a volte, non dimentichiamolo, la
brucia.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Video:</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/yyDnWfd5saQ?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-76356209181947847972014-06-28T02:56:00.000+02:002014-06-28T02:56:17.170+02:00DASTRAfiles "Seed Warriors" - biodiversità agricola nel Giorno del Giudizio<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<b>Seed Warriors, 2009</b><br />Un documentario di Mirjam von Arx e Katharina von Flotow<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-uqw81APISyw/U64P7GH1WnI/AAAAAAAAAk0/l1jbpDCvh5U/s1600/fs_seedwarriors_01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-uqw81APISyw/U64P7GH1WnI/AAAAAAAAAk0/l1jbpDCvh5U/s1600/fs_seedwarriors_01.jpg" height="240" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">fonte: http://filmefürdieerde.org/e/seed-warriors</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="padding: 0px 5px;">
<div style="text-align: justify;">
<i>A
Longyearbyen, remota città norvegese situata nell'arcipelago delle
Isole Svalbard a circa 1200 chilometri dal Polo Nord, nel febbraio 2008
personalità politiche e accademiche di tutto il mondo si riuniscono per
celebrare l'inaugurazione della prima Banca Globale delle Sementi. A
partire da tale occasione, il documentario Seed Warriors offre i pareri
degli scienziati a supporto delle tesi riguardanti la realtà della lotta
alla fame nel mondo.</i><a name='more'></a> </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
(Pubblicato in origine in <a href="http://www.effettoterra.org/" target="_blank">Source</a>) Scritto da P. Cardìa - H. Beaumont</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Secondo i climatologi, da ora al 2050 la temperatura media della Terra
si innalzerà di almeno 2 due gradi e gli stati di siccità che
interverranno saranno la causa della riduzione dei prodotti alimentari,
proprio quando il bisogno di cibo sarà probabilmente raddoppiato. Come
diverrà possibile allora nutrire le popolazioni del Pianeta, nel momento
in cui le condizioni climatiche dovute al riscaldamento globale
incideranno negativamente sulle risorse d'acqua necessarie
all'irrigazione?<br />Questo è il quesito essenziale a cui vuole dare una
risposta il film co-diretto da Mirjam von Arx e Katharina von Flotow. A
questo proposito, alternando le riprese in Norvegia con la descrizione
della situazione drammatica dell'agricoltura in Kenya, le registe
propongono al pubblico la realizzazione del disegno di Cary Fowler,
promotore del progetto per la costruzione della Svalbard Vault (detta
anche Doomsday Vault), una sorta di Eden dei ghiacci, vero deposito
apocalittico per la preservazione della biodiversità agricola nel Giorno
del Giudizio.<br />A Longyearbyen, vengono inviate regolarmente cospicue
quantità di semi di ogni varietà da ogni parte del mondo e gli ideatori
del magazzino sotterraneo stimano che esso possa conservare e proteggere
con successo fino a 4 milioni e mezzo di campioni di sementi, in virtù
delle caratteristiche climatiche del circolo polare artico. Qui operano
da veri guerrieri (siamo già in guerra, quando intere popolazioni
soffrono la fame) i protagonisti di Seed Warriors; tutti in possesso di
profonde abilità scientifiche e organizzative, devono però fronteggiare
difficoltà innumerevoli senza soluzione di continuità, considerati gli
ostacoli della burocrazia, la quasi totale assenza di volontà politica a
supporto, la mancanza di fondi e di risorse. Tra questi eroi mai domi
nonostante i sacrifici imposti dalle avversità, impariamo a conoscere
Zachary Muthamia, direttore della Banca nazionale dei Semi in Kenya e
Marianne Bänziger che, autorità delle colture di mais a livello
mondiale, offre da oltre 25 anni in Africa la sua esperienza preziosa al
settore agricolo locale. Essi fanno parte di un gruppo pionieristico di
esperti ambientali e dell'agricoltura che lavorano, ognuno nel suo
campo, per ottenere la stabilità alimentare per il Pianeta. Intervengono
inoltre al Global Seed Vault con i loro contributi essenziali Ola
Westengen, coordinatore a Svalbard, David Battisti, climatologo
dell'Università di Washington, David Lobell, rinomato agronomo della
Standford University, <a href="http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2011/09/26/visualizza_new.html_698426380.html">Wangari Maathai</a>, compianta vincitrice di un Premio Nobel per la Pace, biologa e attivista politica keniota.
Delineando le personalità e le competenze degli esperti (oltre che le
caratteristiche emblematiche del luogo reale, il Kenya e del sito
utopistico, il Doomsday Vault), Seed Warriors esplora nel dettaglio
l'eterna lotta dell'uomo contro il pericolo delle carestie; allo stesso
tempo, rivela il senso e il valore dei progetti dell'immaginazione umana
quando la critica alla drammatica situazione del presente prende
finalmente forma: nel documentario di Mirjam von Arx e Katharina von
Flotow, quello che dai più potrebbe venir considerato come l'abbozzo di
un sogno ingenuo, è invece una verità felice, appena prematura, una
certezza autentica da imitare, da prendere ad esempio.<br />
<br />
<a href="http://seedwarriors.org/en/film/" target="_blank">Sito ufficiale</a><br />
<br /></div>
</div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-53229707577762337652014-06-28T02:25:00.001+02:002014-06-28T02:25:33.811+02:00DASTRAfiles "Planète à Vendre" - neocolonialismo agrario e fame nel Mondo<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<b>Planète à Vendre, 2010</b><br />Un documentario di Alexis Marant<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-EkDozwykCJw/U64IeUXhaeI/AAAAAAAAAkk/DNIl227mgzU/s1600/Terre-for-sale1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-EkDozwykCJw/U64IeUXhaeI/AAAAAAAAAkk/DNIl227mgzU/s1600/Terre-for-sale1.jpg" height="202" width="320" /></a></div>
<br />
<i>Un documentario inchiesta di Alexis Marant che denuncia le modalità
secondo le quali i Paesi più ricchi e la Finanzia internazionale stanno
facendo man bassa delle terre coltivabili sul Pianeta. Si tratta della
delocalizzazione dell'agricoltura a favore delle industrie
agroalimentari: una pratica in crescita, dall'Arabia Saudita
all'Uruguay, dagli USA all'Etiopia.</i><br />
<a name='more'></a><br />
(Pubblicato in origine in <a href="http://www.effettoterra.org/" target="_blank">Source</a>) Scritto da P. Cardìa - H. Beaumont<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Le crisi, finanziaria e alimentare, esplose nel 2008 hanno provocato un
fenomeno nuovo e ancora praticamente sconosciuto. Da subito, nel momento
in cui le conseguenze del fallimento della cultura dei cosiddetti
derivati sono risultate evidenti, è diventata frenetica la corsa su
larga scala per l'appropriazione e il dominio delle terre coltivabili.<br />Già
nel 2009, 50 milioni di ettari di terreno hanno cambiato proprietà e, a
quanto pare, decine di milioni ancora sono sul punto di essere venduti.
Stando alle stime sulla crescita della popolazione mondiale (9 miliardi
e 200 milioni di individui nel 2050), rapportata alla diminuzione
progressiva di parte delle risorse naturali, si prevede, come
conseguenza necessaria, che la richiesta di prodotti agricoli debba
crescere in modo esponenziale. A partire dal 2008, documenta il
lungometraggio di Marant, hanno contribuito ad accelerare il fenomeno,
sia l'aumento dei prezzi sugli alimenti che le conseguenti rivolte
popolari, scoppiate nei Paesi più poveri in relazione alla crisi
finanziaria.<br />Da quel momento, i Governi che affidavano
all'importazione le politiche alimentari per la nutrizione delle
popolazioni, preoccupati per la propria autosufficienza in declino e in
accordo con le multinazionali e gli investitori internazionali, hanno
deciso di speculare sulle terre coltivabili ovunque esse fossero in
vendita. In effetti, la necessità dà paradossalmente corpo alla
speculazione. Così accade, per esempio, che una nazione come l'Etiopia
non esiti a svendere le sue terre nel momento stesso in cui ricorre agli
aiuti internazionali per sfamare il suo popolo.<br />In questa sua opera,
Alexis Marant, già vincitore nel 2006 del premio Albert Londres,
conduce un'inchiesta rigorosa sulle responsabilità e le azioni di
rappresentanti di governo e di organizzazioni internazionali, di uomini
d'affari, di militanti ambientalisti e di semplici contadini, allo scopo
di comprendere le ragioni della corsa verso l'oro verde. La sequenza di
immagini forti proposte nel documentario, sulle realtà concrete di un
mercato che è multiforme e mondiale, dalla Borsa di Chicago alle
bidonville di Montevideo, esprimono la larga varietà dei diversi punti
di vista ma conducono inevitabilmente a giudizi implacabili. Planète à
vendre, attraverso i casi specifici che si stanno verificando in Asia,
Africa e America, offre una visione di un vero e proprio Monopolio
mondiale in corsa per l'acquisizione delle terre agricole.<br />Il rischio
di un neocolonialismo agrario è alle porte, avverte la FAO; e sarà
possibile invertire la tendenza che condurrebbe ad un nuovo ordine
agricolo mondiale, soltanto se verranno protetti gli interessi delle
piccole aziende agrarie oltre che dei paesi in via di sviluppo. A questo
proposito, sarà necessario ottenere garanzie per le popolazioni locali
perchè gli investimenti nel campo dello sviluppo umano non intervengano a
solo ed unico beneficio delle élite locali o delle multinazionali. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Estratti del documentario sul sito <a href="http://planete-a-vendre.arte.tv/" target="_blank">ArteTV</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-47144735016711907882014-06-28T01:58:00.000+02:002014-06-28T01:58:26.045+02:00DASTRAfiles "Into Eternity" the movie - scorie radioattive al tempo del sole, del vento, del mare<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<h3>
INTO ETERNITY<strong> </strong></h3>
<h3>
<span style="font-weight: normal;">Documentary 2009, 75 min.</span></h3>
<h3>
<span style="font-weight: normal;"><br /></span></h3>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-9u2yMX48-g4/U64CowmQ6kI/AAAAAAAAAkU/X3rhnbqXSDk/s1600/101103-Onkalokaavio-eng.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-9u2yMX48-g4/U64CowmQ6kI/AAAAAAAAAkU/X3rhnbqXSDk/s1600/101103-Onkalokaavio-eng.jpeg" height="224" width="320" /></a></div>
<br />
<i>Tre miglia in profondità nel sottosuolo in Finlandia, è in costruzione
un immenso deposito che, una volta ultimato, potrà contenere 300.000
tonnellate di scorie nucleari. Perché non intervengano disastri di
portata enorme, la struttura dovrà rimanere sigillata per almeno 100.000
anni.</i><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<a name='more'></a>In questo documentario, poetico ma allo stesso tempo provocatorio, il
filmmaker danese Michael Madsen riflette sulle modalità secondo le quali
sia possibile avvertire le civiltà future affinchè questo ”tesoro
sepolto” della nostra era nucleare – diversamente da quello che accadde
per le piramidi e le tombe dei faraoni – non venga mai ritrovato. <br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
(Pubblicato in origine in <a href="http://www.effettoterra.org/" target="_blank">Source</a>) Scritto da P. Cardìa - H. Beaumont</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="justify">
Ogni giorno sulla superficie del nostro pianeta,
grandi quantità di scorie radioattive vengono provvisoriamente sistemate
in magazzini di fatto vulnerabili, soggetti ai rischi e alle
conseguenze di disastri naturali o artificiali che i mutamenti climatici
o le svolte imposte dal progresso della società possono ingenerare. In
Finlandia, l'approccio allo smaltimento delle scorie, al momento
impossibili ad essere distrutte o recuperate, avviene in modo differente
e quasi unico: qui, attraverso un vastissimo sistema di tunnel
sotterranei, è in corso di scavo nella solida roccia il primo deposito
permanente che, si stima, dovrà rimanere impenetrabile per 100.000 anni,
il tempo necessario perchè il materiale di scarto perda il suo
carattere di pericolosità per gli uomini e per l'ecosistema.</div>
<div align="justify">
Il progetto documentato in questo lungometraggio
del 2009, è denominato Onkalo (parola finlandese che indica un luogo
nascosto) e la sua attuazione ha luogo a Olkiluoto, località situata a
circa 300 chilometri a nord-est di Helsinki. Per la sua portata reale e
per la sua forma va oltre qualsiasi opera concepita finora
dall'umanità e rappresenta qualcosa di assolutamente nuovo sia dal
punto di vista ingegneristico che dal punto di vista filosofico. E'
previsto infatti che la struttura in costruzione, una volta riempita e
sigillata, non debba mai venir riaperta.</div>
<div align="justify">
Tale è la speranza degli esperti interpellati nel
corso delle riprese, che alla base del progetto iniziato negli anni
settanta e con una durata prevista di circa 130 anni, si chiedono quale
sia il modo più sicuro perchè le intenzioni fondanti l'impresa vengano
messe in pratica. Nel corso di quello che diventa per lo spettatore un
viaggio mai sperimentato verso le profondità dello spazio e del tempo,
gli ideatori di Onkalo si propongono di formulare un vero e proprio
messaggio di ammonimento da rivolgere ai nostri discendenti perchè sin
da ora, e in prospettiva futura, siano messe in sicurezza l'umanità e
tutte le specie viventi del Pianeta.<br />Descrivendo le particolarità e
gli intenti di questo progetto, gli scienziati, gli amministratori e i
pensatori che lo hanno concepito condividono dettagli che vanno oltre la
semplice descrizione di un'opera architettonica destinata ad essere
post-umana. Nel corso del documentario infatti, oltre a commenti tecnici
ad alto contenuto divulgativo, vengono esposte con delicatezza realtà
strabilianti ma improntate ad una logica indiscutibile: è certo per
esempio, che nessuno tra coloro che partecipano all'impresa ne vedrà la
conclusione; al contrario, sussistono dubbi sull'efficacia linguistica
del messaggio ai posteri, considerato che il tempo (e qui si parla di
decine di migliaia di anni a venire) può cancellare il ricordo di intere
civiltà e renderne impossibile il riconoscimento e la comprensione.</div>
<div align="justify">
Così il film di Madsen, di pura impronta
scandinàva così come il progetto di cui tratta, propone domande sul
senso dello sfruttamento dell'energia nucleare e invita a riflettere sul
modo in cui noi esseri umani pensiamo il futuro della nostra razza e
dell'ambiente in cui viviamo. Allo stesso tempo, invita implicitamente a
un giudizio sulle decisioni mai prese, a proposito di scorie nucleari,
ad altre latitudini (e longitudini).</div>
<div align="justify">
</div>
<div align="justify">
<a href="http://www.intoeternitythemovie.com/" target="_blank">Sito ufficiale</a> con trailer </div>
<h3>
<span style="font-weight: normal;"><br /></span></h3>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-13884411393608035342013-12-25T18:13:00.000+01:002013-12-25T18:13:32.126+01:00 SnowGlobe Music Festival 2013<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<div style="text-align: left;">
<b><span style="font-weight: normal;">SnowGlobe Music Festival 2013</span></b></div>
Dec 29– Dec 31, 2013<br />
Lake Tahoe, Nevada (Lake Tahoe Community College)<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-OXKDVKAkv0Y/UrsOxiRRW0I/AAAAAAAAAdU/fRu84LGC4Bg/s1600/Immagine+1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="196" src="http://2.bp.blogspot.com/-OXKDVKAkv0Y/UrsOxiRRW0I/AAAAAAAAAdU/fRu84LGC4Bg/s320/Immagine+1.png" width="320" /></a></div>
<br />
<i>SnowGlobe offers over 50 world-class artists performing on three stages
over three nights, plus dynamic fireworks displays, live “Big Air”
snowboard and skiing demos in between Main Stage sets, 10,000 square
feet of heated enclosed spaces to stay cozy, and more. With almost 9,000
acres of nearby skiing and snowboarding terrain and reduced-price
Heavenly Mountain lift tickets available to SnowGlobe patrons, festival
goers can hit the slopes by day and shows by night.</i><br />
<a name='more'></a><br /><br />
<div class="page-headline" style="text-align: left;">
<b>2013 Schedule</b></div>
<div class="page-headline" style="text-align: left;">
<br /></div>
<div class="page-content v2">
<div style="text-align: center;">
<a href="http://snowglobemusicfestival.eventbrite.com/"><img alt="newsunday" class="aligncenter size-full wp-image-1219" height="400" src="http://64.13.158.245/%7Esglobe/snowglobe2013/wp-content/uploads/2013/12/newsunday.jpg" width="235" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="http://www.snowglobemusicfestival.com/single-day-tickets/">Love Sunday’s Line-Up? A Limited Number Of Single Day Tickets Are On-Sale Now!</a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="http://snowglobemusicfestival.eventbrite.com/"><img alt="newMonday" class="aligncenter size-full wp-image-1220" height="400" src="http://64.13.158.245/%7Esglobe/snowglobe2013/wp-content/uploads/2013/12/newMonday.jpg" width="237" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="http://www.snowglobemusicfestival.com/single-day-tickets/">Love Monday’s Line-Up? A Limited Number Of Single Day Tickets Are On-Sale Now!</a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="http://snowglobemusicfestival.eventbrite.com/"><img alt="newTuesday" class="aligncenter size-full wp-image-1221" height="400" src="http://64.13.158.245/%7Esglobe/snowglobe2013/wp-content/uploads/2013/12/newTuesday.jpg" width="237" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="http://www.snowglobemusicfestival.com/single-day-tickets/">Love Tuesday’s Line-Up? A Limited Number Of Single Day Tickets Are On-Sale Now! </a></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<a href="http://www.snowglobemusicfestival.com/2013-schedule/" target="_blank">Source</a></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
</div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-88994442120392186892013-10-21T06:16:00.000+02:002013-10-21T06:16:17.953+02:00Mistero e dimensione onirica nelle opere di Enzo Paolo Gavazzoni (DASTRA files)<div class="post-body entry-content" id="post-body-5684770309454801221" itemprop="description articleBody">
<b>Mistero e dimensione onirica</b><br />
nelle opere di <b>Enzo Paolo Gavazzoni</b><br />
pittore in <b>Torino</b><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrX2iRxfxCEP4A_vI0ycn3SwyYcStJyMWLOeY6cUTlfDQD8HOtexDdiXvDHWf9UzzpAJjBsHUK165AnXhXZjB2aeCyhoJ9iaY5OkdLdgD-3Hc4hYgWYJiBstcMTYDzZpBiLpoTSE1N7F8/s1600/SAM_0057.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrX2iRxfxCEP4A_vI0ycn3SwyYcStJyMWLOeY6cUTlfDQD8HOtexDdiXvDHWf9UzzpAJjBsHUK165AnXhXZjB2aeCyhoJ9iaY5OkdLdgD-3Hc4hYgWYJiBstcMTYDzZpBiLpoTSE1N7F8/s320/SAM_0057.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>"L'impianto estetico dei miei dipinti trae spinta dall'amore giovanile ma
tutt'altro che sopito per la pittura più tenebrosa del Tintoretto e per
quella delle ombre e delle improvvise luci del Caravaggio.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Così, la mia è una ricerca pittorica, se si vuole, anacronistica; una sorta di anamnesi,
quasi al riconoscimento delle ragioni, da me non condivise, di quei
molti luoghi deputati nei quali si celebra la sparizione della pittura." E.P.G.</i><a name='more'></a>
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6790128819286348459" name="more"></a> </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
A intercettare l'interesse di un tipo di collezionismo indirizzato ad investire sull'opera di qualità del pittore torinese, <b><a href="https://www.facebook.com/dastrageorn" target="_blank">DASTRA</a></b> pubblica qui di seguito un reportage fotografico delle opere più recenti di Enzo Paolo <b>Gavazzoni</b>.<br />
<br />
<a href="mailto:pierangelo.cardia@hotmail.it" rel="nofollow" target="_blank"><b>Contatto </b></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGNMxcBnDyvTxwQ0ET2yusHC9cD9ZoQlj9zv7cPuuqJrNS3ykkLFI1O03t5U-Aus0GwJaxjplZMmiOa_jidf4nmgeYqjDezeKQFF7pHra3nPHe5srZFT3Kz3bKDjxwfQsywLFkIVyYnnY/s1600/DSC_3274.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGNMxcBnDyvTxwQ0ET2yusHC9cD9ZoQlj9zv7cPuuqJrNS3ykkLFI1O03t5U-Aus0GwJaxjplZMmiOa_jidf4nmgeYqjDezeKQFF7pHra3nPHe5srZFT3Kz3bKDjxwfQsywLFkIVyYnnY/s320/DSC_3274.jpg" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'Apparizione Rossa, 120x80, acrilico su tela 2013</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8yfvfVYpU6_pBqZHC4aeSM4ZRh2qEHTVwk5uO9MGSSoESFtz5BHcFWOpu161CmprhyphenhyphenMSUKGbuL7eWBtWTWiLGXBj3GqmhrMWvO1aMHmA1CS6WG6f5zdzk_R8fxxKz1OTpBXM8yAYQnlI/s1600/DSC_3279.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8yfvfVYpU6_pBqZHC4aeSM4ZRh2qEHTVwk5uO9MGSSoESFtz5BHcFWOpu161CmprhyphenhyphenMSUKGbuL7eWBtWTWiLGXBj3GqmhrMWvO1aMHmA1CS6WG6f5zdzk_R8fxxKz1OTpBXM8yAYQnlI/s320/DSC_3279.jpg" width="211" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Teatro Onirico, 120x80, acrilico su tela 2011</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiAz5LCDk11v5ioTpYih-Kj7MMxvQBx4ou27orIAh41fc-iOVG22OBG7Xak8JOsj2PKMApuvviDaM-eV4dQPB6QN1sq-XB8HmS8-WC7njwNG1JT4hxemIgZrvspGhkisZQIcyV5C0J_7M/s1600/DSC_3284.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiAz5LCDk11v5ioTpYih-Kj7MMxvQBx4ou27orIAh41fc-iOVG22OBG7Xak8JOsj2PKMApuvviDaM-eV4dQPB6QN1sq-XB8HmS8-WC7njwNG1JT4hxemIgZrvspGhkisZQIcyV5C0J_7M/s320/DSC_3284.jpg" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Teatro della Luce, 120x80, acrilico su tela 2012</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge_saiI56iYch8B71PfXaEP1mCJBSAAfuF3lfpHi0284HGt3OU1O31LF-nf3eDPTK60KiVhTlCKhMmpC-hxAI7kG-oPLD_NgUesCgEh74loYBskJjfoPxZn0oic6MIb43FURgaYDpoqhw/s1600/DSC_3290.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="318" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge_saiI56iYch8B71PfXaEP1mCJBSAAfuF3lfpHi0284HGt3OU1O31LF-nf3eDPTK60KiVhTlCKhMmpC-hxAI7kG-oPLD_NgUesCgEh74loYBskJjfoPxZn0oic6MIb43FURgaYDpoqhw/s320/DSC_3290.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sospensioni Oniriche, 90x90, acrilico su tela 2013</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSrFNiDa_bhANWJAWbPeuBfOYRkWZA7yKitozIKgZGfAMZc-_dXtU2ly3K8L3fiTdDf7BdckPzaFE9Je0zU5rE3DCFapET7GI1Sm9IQ-gEH1TS99ybXN1iKL0iYRYjutWXAerVniz3ESM/s1600/DSC_3295.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="246" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSrFNiDa_bhANWJAWbPeuBfOYRkWZA7yKitozIKgZGfAMZc-_dXtU2ly3K8L3fiTdDf7BdckPzaFE9Je0zU5rE3DCFapET7GI1Sm9IQ-gEH1TS99ybXN1iKL0iYRYjutWXAerVniz3ESM/s320/DSC_3295.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Contracpunctus VIII, 90x70, acrilico su tela 2013</td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt3DyymO4JaL1XsNSa5O3N9LfuIwXofRKzdktze_msxjQXespRB7SsKh89s64g4Pf_7onXXjnnZmQfqCMALDZC3nMOvnynN6sp-92gKhf5qfyZ9_PGcyKa0PcOwyEYHiD_pmWlnFEdZAA/s1600/DSC_3299_1.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt3DyymO4JaL1XsNSa5O3N9LfuIwXofRKzdktze_msxjQXespRB7SsKh89s64g4Pf_7onXXjnnZmQfqCMALDZC3nMOvnynN6sp-92gKhf5qfyZ9_PGcyKa0PcOwyEYHiD_pmWlnFEdZAA/s320/DSC_3299_1.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Creatura Orfica, 80x80, acrilico su tela 2012</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b> </b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Behind the scenes</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="fbPhotoAlbumTitle" style="text-align: center;">
Fermento (in una corte segreta a Turin la Maira)</div>
<span class="fbPhotoCaptionText">Messinscena di M. Fadda (Mazz Art) e G. Casetta (Mazz Art) per l'autore dei dipinti E. P. Gavazzoni.<br /> Supporto logistico di R. Manocchio.<br /> Fotografie - dell'azione - di P. Cardia (Hugo Beaumont).<br /> E' un reportage fotografico di DASTRA.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix7ZfrTcpOQogicJp2s9-en4GZMiUfHE2AkBWuQm9nx6pz9ZHQ-IqZPwltpsB116c2_ENUCETSk7rG1kaAKLRN-D3ObsNOZnJBULg38v2PvnDZ3rrUiOZb_o9hthLFwUtl0yLYXjfsLZY/s1600/SAM_0023.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix7ZfrTcpOQogicJp2s9-en4GZMiUfHE2AkBWuQm9nx6pz9ZHQ-IqZPwltpsB116c2_ENUCETSk7rG1kaAKLRN-D3ObsNOZnJBULg38v2PvnDZ3rrUiOZb_o9hthLFwUtl0yLYXjfsLZY/s320/SAM_0023.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJxsHhTehN7-DcnL6A7iBHVqU0qltQxxAZdiyMYtNZ2ZS3XVMJOSphsHeSHbX4Sm2k42hbQ3RuReuGq1q6XmjHQZRk9yyI95MlXXyWgRl6ThQWlSReVQrzPEu9isJM9POSPL5IpvQG-tI/s1600/SAM_0032.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJxsHhTehN7-DcnL6A7iBHVqU0qltQxxAZdiyMYtNZ2ZS3XVMJOSphsHeSHbX4Sm2k42hbQ3RuReuGq1q6XmjHQZRk9yyI95MlXXyWgRl6ThQWlSReVQrzPEu9isJM9POSPL5IpvQG-tI/s320/SAM_0032.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF9jssjHkV6y__1Qj9loFusgSu4hd-TMI9RLC9ZhQFUktY_5jxcxZk8wudsdtnlCt2Zj8-Q0Y-pGCTn2mcakROTgotdpvMKlR4p71TjyNqqb1GKX-r7bTqugnPUClwqv2HW8QzEkiHZH4/s1600/SAM_0040.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF9jssjHkV6y__1Qj9loFusgSu4hd-TMI9RLC9ZhQFUktY_5jxcxZk8wudsdtnlCt2Zj8-Q0Y-pGCTn2mcakROTgotdpvMKlR4p71TjyNqqb1GKX-r7bTqugnPUClwqv2HW8QzEkiHZH4/s320/SAM_0040.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSgoloYcPxyCirG5yStIZbZme8O3jcJJ5N5osY1-Z0AUebVWTTPPoIi97_Wboe4AjWzC-zNy3R9GVgKexCdQR5NYXC6W_KYQy6kvT6VYdCssGUKAzbSax2kyzufZmt7qdO2FVPejlbGYo/s1600/SAM_0041.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSgoloYcPxyCirG5yStIZbZme8O3jcJJ5N5osY1-Z0AUebVWTTPPoIi97_Wboe4AjWzC-zNy3R9GVgKexCdQR5NYXC6W_KYQy6kvT6VYdCssGUKAzbSax2kyzufZmt7qdO2FVPejlbGYo/s320/SAM_0041.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiP2bKWRS4Q1XH1Q7j4l7l-ScUSrEnL8IfeRCY7fpe3vIHTmn_PVxQ4jtcflpgm1GNc7XyuVA2hJ-SeprcKucT6LQcgDTc4jeNtZriwH819yAjh-nRGZ_PLHm8ny_APi2jlqrcJDPy88k/s1600/SAM_0043.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiP2bKWRS4Q1XH1Q7j4l7l-ScUSrEnL8IfeRCY7fpe3vIHTmn_PVxQ4jtcflpgm1GNc7XyuVA2hJ-SeprcKucT6LQcgDTc4jeNtZriwH819yAjh-nRGZ_PLHm8ny_APi2jlqrcJDPy88k/s320/SAM_0043.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhw7q8bfitzssfPau3-y5gp8-cWtx2tLOfEYRru5lnpJHqkz4HFI6gBivVlmQugpJ__C6zi8Znv1eoPKby_lHELX8BUgOdQt7sbVk5gdK3xpr7PVTHGgnsPrrryClKdy4RkL9d7ZQMyyqQ/s1600/SAM_0046.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhw7q8bfitzssfPau3-y5gp8-cWtx2tLOfEYRru5lnpJHqkz4HFI6gBivVlmQugpJ__C6zi8Znv1eoPKby_lHELX8BUgOdQt7sbVk5gdK3xpr7PVTHGgnsPrrryClKdy4RkL9d7ZQMyyqQ/s320/SAM_0046.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLFJG99s0uwlfRcs9v1Ronm5GBWeXT8JcV6ZbL-WyV8XLO7_XpeK5T_3a7JrxF28pZcED9zaxP7opK7c-bncWdWKi0C0FQNK2bQ4VVk-QuZ_eRLeI77ZCBmg-OpBRLmy8vVSP2tZl7MXs/s1600/SAM_0057.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLFJG99s0uwlfRcs9v1Ronm5GBWeXT8JcV6ZbL-WyV8XLO7_XpeK5T_3a7JrxF28pZcED9zaxP7opK7c-bncWdWKi0C0FQNK2bQ4VVk-QuZ_eRLeI77ZCBmg-OpBRLmy8vVSP2tZl7MXs/s320/SAM_0057.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi44ns644rEHd3OAAa0KkLxAtspVgIfxW-XeudIC62J9tvok7J8Pi9QHIJZuL2mLpHdpYN9fafpwVBv0qBrnTjLKLuGSZpCPUXS9Zc6ubClnoEqNgdCxvYGxsz2QpoWJz6i91KrDkLHAiQ/s1600/SAM_0058.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi44ns644rEHd3OAAa0KkLxAtspVgIfxW-XeudIC62J9tvok7J8Pi9QHIJZuL2mLpHdpYN9fafpwVBv0qBrnTjLKLuGSZpCPUXS9Zc6ubClnoEqNgdCxvYGxsz2QpoWJz6i91KrDkLHAiQ/s320/SAM_0058.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWuzKxMT2dOA11NfDBc_MI1OmQAmg8ImtX8uKfsAYHi6B4ubXyM4lz2z6tLGma7w2s7-o-aIwWbxh2RsfWjNlREQXM-jYD1K-deWPGzbR8Ov6dKaSsgmC3GcQjLOi-wca1aoWoegPzZms/s1600/SAM_0059.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWuzKxMT2dOA11NfDBc_MI1OmQAmg8ImtX8uKfsAYHi6B4ubXyM4lz2z6tLGma7w2s7-o-aIwWbxh2RsfWjNlREQXM-jYD1K-deWPGzbR8Ov6dKaSsgmC3GcQjLOi-wca1aoWoegPzZms/s320/SAM_0059.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilgAAOkXywZd56uvVQLc9RXC9ijKew9S7YLDGiBa2CMo1elzSwpYyzYGi4cBk3VCD0tXSyZ7g9vdZo2TuHZreWJTx6MQQoxXOxsMBQGzA6jw6yMNITb4gDg4nhrzni_OKVdFqdiJPF9g0/s1600/SAM_0053.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilgAAOkXywZd56uvVQLc9RXC9ijKew9S7YLDGiBa2CMo1elzSwpYyzYGi4cBk3VCD0tXSyZ7g9vdZo2TuHZreWJTx6MQQoxXOxsMBQGzA6jw6yMNITb4gDg4nhrzni_OKVdFqdiJPF9g0/s320/SAM_0053.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-ZmyMm76CgkYyvxCGhXHUa9EsMvCIT4JyGCHjJmoxMtJaa1-C-Mv2Diwrgxt969rl2ZK1NpyqT5Dal7h9oZ6122nqukX1L21q5TLtC_lC7n0URwMPCdbRP8PQ1-qpi7ZtRgH87-yp9p0/s1600/SAM_0056.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-ZmyMm76CgkYyvxCGhXHUa9EsMvCIT4JyGCHjJmoxMtJaa1-C-Mv2Diwrgxt969rl2ZK1NpyqT5Dal7h9oZ6122nqukX1L21q5TLtC_lC7n0URwMPCdbRP8PQ1-qpi7ZtRgH87-yp9p0/s320/SAM_0056.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'artista Enzo Paolo Gavazzoni</td></tr>
</tbody></table>
</div>
</div>
<br />
<br />
<span class="post-author vcard"></span>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-35301171815277705062013-10-09T01:57:00.000+02:002013-10-09T01:57:29.541+02:00 La Folie des Hommes: Vajont 50 anni dopo, per chi vuole ricordare.<div align="justify">
<b>La Folie des Hommes</b>:</div>
<div align="justify">
<b>Vajont</b> 50 anni dopo, per chi vuole ricordare.</div>
<div align="justify">
Un articolo incentrato sulla recensione di un film di Renzo Martinelli (2001).</div>
<div align="justify">
<br /></div>
<div align="justify">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiigo-I0pyus5t9LqCnW-w4andudWMWHTfdoOpwyJ_XqnJ6dTGnj3rYkwEcccX-7upZ701DcAW0OMHFudE2pjR0HDuOii6nkiltwciKkK1MkyzkoesBow8vKDwbRMfKmUwg6utuakmBBc4/s1600/diga-del-Vajont-a23019288.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiigo-I0pyus5t9LqCnW-w4andudWMWHTfdoOpwyJ_XqnJ6dTGnj3rYkwEcccX-7upZ701DcAW0OMHFudE2pjR0HDuOii6nkiltwciKkK1MkyzkoesBow8vKDwbRMfKmUwg6utuakmBBc4/s320/diga-del-Vajont-a23019288.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Immagine tratta da <a href="http://www.colverecreative.it/event/5-6-ottobre-2013-nei-pressi-della-diga-del-vajont-erto-e-casso/" target="_blank">Fonte</a></td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify">
</div>
<div align="justify">
<i>Vajont è il nome dell’affluente del Piave che
scorre nella valle di Erto e Casso, sopra Longarone e Castellavazzo,
nella provincia di Belluno. La costruzione della diga più alta del
mondo, elemento centrale del progetto denominato Grande Vajont, in
quella porzione di territorio al confine tra il Veneto e il Friuli
Venezia Giulia, avrebbe dovuto rappresentare una riserva inesauribile di
acqua in un periodo in cui, negli anni 50, l’energia idroelettrica era
considerata la risorsa più importante, il cuore di tutto un sistema il
cui scopo era lo sviluppo di un Paese povero di risorse ma ricco di
"energia".<a name='more'></a></i></div>
<br />
<div align="justify">
Il progetto ebbe le sue origini ideali verso la fine degli
anni venti (il primo vero Progetto è del 1940) e la crescente richiesta
di energia elettrica, necessaria alla rinascita nazionale dopo la grande
guerra, creò le condizioni che portarono a concepire la diga del
Vajont, costruita tra il 1957 e il 1963. Una diga alta oltre 260 metri,
che avrebbe permesso di creare un serbatoio di 150 milioni di metri cubi
d’acqua, per un regolare funzionamento delle centrali idroelettriche
durante tutto l’anno, anche nei periodi di siccità. Ma quella che era
un’impresa dalla portata straordinaria, fondata sulle visioni di
grandezza dei responsabili della SADE, società elettrica privata fondata
a Venezia all'inizio del secolo scorso, verrà ricordata per sempre come
la causa di uno dei disastri più gravi che abbiano toccato l'Italia dal
dopoguerra ai giorni nostri.</div>
<div align="justify">
</div>
<div align="justify">
Alle
ore 22,39 del 9 ottobre 1963 si compie l'ultimo atto di una tragedia
annunciata. Una frana gigantesca si stacca dal Monte Toc per riversarsi
dentro l’invaso a monte della diga del Vajont, producendo un'onda che
cancella, in pochi attimi, un intero territorio e migliaia di vite
umane.</div>
<div align="justify">
</div>
<div align="justify">
Vajont - la Diga del Disonore, film del 2001 di produzione
italo-francese diretto dal regista Renzo Martinelli, è un resoconto
dettagliato delle vicende che conducono al disastro. </div>
<div align="justify">
</div>
<div align="justify">
Il film di Renzo
Martinelli racconta con precisione pressocchè perfetta il susseguirsi di
eventi e situazioni che si verificarono, dall'inizio effettivo dei
lavori ai momenti in cui venne a compiersi l'atto finale della tragedia.
Il regista in questa sua opera, oltre a riportare fatti che trovano
corrispondenza nella realtà dell'epoca, riesce a descrivere i diversi
stati d'animo, gli interessi e le passioni dei vari personaggi che
popolano la vicenda del Vajont. La tenacia della giornalista dell'Unità,
Tina Merlìn, già staffetta partigiana in quella regione, è
l'espressione ragionata della sfiducia nei confronti delle istituzioni
che, nel nome del potere e del prestigio, favoriscono i privilegiati
penalizzando la gente comune, quell'Italia contadina che non serve più a
nessuno, come la chiama Marco Paolini nel suo monologo Vajont,
un'orazione civile; la follia degli uomini (La Folie des Hommes è il
titolo della versione francese del lungometraggio) è ben rappresentata
dai potenti che sono convinti che è il loro mondo, quello dell'Impresa e
dei profitti, che non deve crollare e poco importa se sulle loro
responsabilità incombe senza possibilità di controllo una paleofrana
dalla portata gigantesca; e l'impotenza e la rassegnazione della
comunità, il suo senso del dovere e della perdita sono i sentimenti ben
rappresentati dall'unico personaggio inventato del film, Olmo Montaner,
il geometra che lavora sulla diga fianco a fianco con gli operai.</div>
<div align="justify">
</div>
<div align="justify">
Lo
scopo del film è puramente descrittivo: è un'opera destinata a
rinnovare le memoria. Il giudizio sugli uomini e sulle cose è implicito e
non ha bisogno di spettacolarizzazioni cinematografiche, perchè la sua
evidenza è scolpita ancora oggi nella Valle del Vajont. La diga quasi
intatta piantata come un coltello tra le montagne, di quel giudizio, ne è
il monumento. </div>
<div align="justify">
</div>
<a href="http://www.vajont.net/" target="_blank">Sito ufficiale Vajont</a><br />
<br />
<b>Nota 1</b><br />
Riporto qui a scopo informativo un articolo da me scritto per <b><a href="http://www.effettoterra.org/ecoazione/ecoazione_vajont_la_diga_del_disonore.html" target="_blank">Fonte</a></b> il 4 maggio 2011.<br />
Per non dimenticare.<br />
<br />
<b>Nota 2</b><br />
Le analogie con vicende che riguardano il presente del Pianeta sono evidenti ma vanno menzionate.<br />
Tre luoghi emblematici nella miriade di territori minacciati dalla folie des hommes:<br />
<b>Xingu</b><br />
<b>Valsusa</b><br />
<b>Patagonia</b><br />
<br />
<i>Pierangelo Cardìa</i> (AKA <b><a href="https://www.facebook.com/guitarhugobeaumont" target="_blank"><i>Hugo Beaumont</i></a></b>, blogger e chitarrista) per <b><a href="https://www.facebook.com/dastrageorn" target="_blank">DASTRA</a></b>.<br />
<br />
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-35035315664417504792013-07-16T05:33:00.002+02:002013-07-16T05:33:56.099+02:00 Intervista a Enzo Paolo Gavazzoni, pittore in Torino (2013)Le <b>Interviste</b> di <b><a href="http://geornalism.blogspot.it/" target="_blank">DASTRA</a></b><br />
<b>Enzo Paolo Gavazzoni</b>, pittore in <b>Torino</b><br />
<i>14 giugno 2013</i><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjx9pwxxsl9pBsSSdkoTWR2cco0FgqBXjDgTwDh-aRqNdHr3-d_s-mERMLEntWyTUhS-TxhZz0SPyIOOAlcd8ISgFuYnRbkB5AJS0US3WqU1fTFL1d6JE9Tr3MkKbHStJIj2ECELZv3GMg/s1600/1.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjx9pwxxsl9pBsSSdkoTWR2cco0FgqBXjDgTwDh-aRqNdHr3-d_s-mERMLEntWyTUhS-TxhZz0SPyIOOAlcd8ISgFuYnRbkB5AJS0US3WqU1fTFL1d6JE9Tr3MkKbHStJIj2ECELZv3GMg/s320/1.JPG" width="238" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<i> </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Enzo Paolo Gavazzoni nasce a Cuorgnè (TO) il 6 settembre del 1952.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Ha frequentato tra il 1966 e il 1970 il Liceo Artistico Accademia
Albertina e, in quella stessa sede, l'Accademia di Belle Arti. Tra i
suoi insegnanti ricordiamo Piero Ruggeri, Saroni, Chessa, De Valle,
Soffiantino. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Enzo Paolo Gavazzoni vive ed opera in Torino.<a name='more'></a></i></div>
<br />
<b>L'intervista </b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>D</b>. Qual'è il motivo essenziale che ti ha condotto ad esprimerti
attraverso la pittura?<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>R</b>. Forse il motivo principale corrisponde alla svolta finale della
mia ricerca interiore, che parte probabilmente dopo i diplomi al
Liceo Artistico Accademia Albertina e alle Belle Arti dello stesso
istituto a Torino.</div>
<div style="text-align: justify;">
Terminati gli studi, avevo subito intrapreso la professione di
arredatore, ma quattro anni fa (2009) la solida formazione, ricevuta
e mai dimenticata, mi ha spinto a interessarmi di nuovo di arte. A
sessant’anni ho deciso di approfondire le mie passioni giovanili e
da quel momento a ripreso a formarsi il desiderio di dipingere.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>D</b>. Come nasce la tua opera pittorica?<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>R</b>. Al secondo anno di liceo artistico nasce in me la passione per il
Caravaggio. Il mio professore di disegno figurativo era allora Piero
Ruggeri, siamo nel ’68 e Ruggeri era uno degli artisti più
importanti in Europa, nonché studioso dell’artista lombardo, in
tutto questo c’era qualcosa di simile ad una predestinazione.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>D</b>. A proposito di ispirazione, in quanto a stile e ideazione come
prendono forma i soggetti delle tue opere?<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>R</b>. Nessun soggetto, molte percezioni, oniriche, trascendenti, la mia
percezione religiosa della vita come senso dello spirito e non della
dottrina catechistica. Nella mia pittura nessuna forma, molto
mistero.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>D</b>. Vai per tentativi, hai un'idea di partenza o l’opera, una volta
completata è una sorpresa anche per te?<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>R</b>. Mi affido ad ambedue le opportunità. L’idea mentale è per me
inevitabile, essendo la mia pittura la sua emanazione. Per realizzare
ciò mi avvalgo di modelli che rendano visibile questa difficile
impresa. Sono gli umori e i colori di certa pittura sacra del
Tintoretto e del Caravaggio, da cui tolgo le figure sostituendole con
un linguaggio segnico, fatto di sottili segni bianchi intersecati e
sospesi.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>D</b>. Tecnicamente come inizi un’opera, hai un metodo preciso?<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
R. Spremo direttamente dai tubetti i colori, scegliendo le varie zone
della tela, dopodiché stendo il materiale con le spugne ottenendo
fino a sette, otto venature di colori. Umidificando e asciugando le
spugne, in alcune parti del dipinto faccio rinvenire i colori
sottostanti. Tutto avviene nel difficile, a volte estenuante,
equilibrio complementare tra velocità dell’esecuzione e controllo
dei pesi e contrappesi cromatici sino a che il dipinto regge ogni
ragione per cui è stato iniziato, lavorato e terminato.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>D</b>. C’è un movimento o un artista in particolare che ami o hai
amato di più?<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>R</b>. Amo e ho amato molto Caravaggio. Ho riscoperto Giorgione,
grandissimo veneziano, a cui in parte Caravaggio si è ispirato. Per
quanto riguarda il contemporaneo, dal ‘900 ad oggi, la mia
curiosità <i>onnivora</i> non mi esclude nulla, ma la mia selezione
<i>chimica</i> distilla pochissimi nomi: penso alla poesia dell’arte
povera di Calzolari, alla meravigliosa pittura struggente e affaticata
di Depisis, all’espressionismo mondano e ironico di Mino Maccari,
alla trasfigurazione surrealista di Luigi Ontani (per me il più
grande pittore, disegnatore e ceramista italiano di oggi) ed infine
all'opera del tedesco Gerhard Richter, erede di una visione della
pittura rinascimentale che egli è stato capace di destrutturare,
mantenendone intatta la monumentalità espressiva, cromatica e
drammaturgica, diventandone il più grande interprete moderno. E’
uno dei rari casi in cui si può parlare di pittura contemporanea in
cui la bellezza e il magistero sono evidenti e incontrovertibili.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>D</b>. L’immaginazione, la realtà, il mito: c’è una poetica precisa
nella tua opera?<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>R</b>. Sì, il viaggio interiore.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>D</b>. La tua idea di te, come pittore, come artista: pensi di aderire in
qualche modo a un qualche movimento o corrente pittorica o puoi
affermare di sentirti libero da legami accademici?<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>R</b>. Come sempre le denominazioni finiscono per essere etichette che
circoscrivono linguaggi che spesso si intersecano, sconfinano, si
contraddicono. La pittura è un’arte fluida e credo che lo sia
anche il suo pensiero. Diciamo che mi capita di ripercorrere in parte
strade già tracciate, ma lo faccio con tutta la buonafede del mio
personale cammino.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>D</b>. Rispondi semplicemente a un tuo bisogno espressivo interiore o
avverti anche la spinta di motivazioni esterne al tuo io che ti
invitano all'impulso di dipingere, o ti rendono impossibile
ribellarti ad esso?<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>R</b>. Gli artisti fanno parte della fauna umana, sicchè tra loro vi
sono genii, sregolati, lucidissimi razionalisti e artisti mediocri
(magari sopravvalutati perché furbi). Chi si mette seriamente in
arte è un cercatore e non di oro. E’ un cercatore di ristoro dalla
vita seriale, uno che si fa domande, si pone dubbi, uno che quando
guarda un oggetto o un soggetto li ribalta con un pensiero che non
esiste nei cosiddetti luoghi comuni. E’ dunque qualcuno che ha
bisogni e urgenze più impellenti e dirette di coloro i quali
tesaurizzano tutto nelle strategie.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>D</b>. Secondo te, l’arte è da considerarsi superflua o elitaria
oppure ha ancora una funzione sociale?<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>R</b>. Dire che l’arte è superflua è come dire che è superfluo che
l’uomo esista. L’arte è un linguaggio, dunque non sta solo nella
storia, ma è anche il valore poetico e intellettuale
dell’antropologia culturale. Questo è forse superfluo? Non so se
la storia sociale si faccia cambiare dall’arte o se l’arte abbia
una tale forza, ma certo l’arte in alcuni momenti storici aiuta a
valutare tutta una serie di elementi non così evidenti nei lunghi
istanti che corrispondono ai cambi di paradigma. Nella società
odierna, dove le responsabilità sociali, civili, storiche, mi paiono
assai vacanti, l’arte è sempre più autoreferenziale. Non si
capisce dove sta il mondo e l’arte non fa il mondo.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>D</b>. L’artista può essere anche parte del processo di mediazione
dell’opera? E della Critica dell'arte, che cosa pensi?<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>R</b>. La prima domanda pone in essere problematiche assai delicate.
Ritengo auspicabile che, sino a quando sia possibile, l’autore
debba avere voce in capitolo sul valore intellettuale della sua
opera, come ragionevole tutela di un manufatto che è emanazione
esistenziale dell’artista stesso. Per quanto riguarda la Critica ho
lo stesso pensiero che ho nei riguardi dell’intelligenza e della
stupidità. Esistono; la qual cosa è una realtà ineludibile con cui
fare i conti.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>D</b>. Che rapporto hai con i tuoi quadri?<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>R</b>. Il rapporto che ho con i miei quadri terminati è inesplicabile.
Li sottopongo ad un continuo esame che può durare anche per mesi e
mesi; li avvicino tra loro per scoprire eventuali relazioni come
risultanti del mio inconscio e delle mie attitudini strutturali
relative alla produzione, alla riproduzione, alla ricerca, alla
comprensione; apro e socchiudo gli occhi nel guardarli intanto che li
metto sotto luci diverse; faccio uno sforzo di pensiero visionario
per vederli calati in ambiti diversi, li guardo a dieci centimetri
dalla tela o a sei, sette metri di distanza. Alla fine non c’è
alcun giudizio definitivo, niente di così chiaro. Li amo tutti; non
ne amo nessuno. C’è qualcosa di ancora insufficiente. E’ ora di
ricominciare. </div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLK_KUx-mKmsOgvHImlPoQG1L-YABYYKONwMos1b3s-2VR0CmZUKsagDamUxXmbzN5-t5TYIT37KZorWfsdhnZsmTGpM7oUQdLMNaPWknJ1Ji3cvDRufOzWDHsOGtQma8439kyPNbac5o/s1600/2.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="249" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLK_KUx-mKmsOgvHImlPoQG1L-YABYYKONwMos1b3s-2VR0CmZUKsagDamUxXmbzN5-t5TYIT37KZorWfsdhnZsmTGpM7oUQdLMNaPWknJ1Ji3cvDRufOzWDHsOGtQma8439kyPNbac5o/s320/2.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>D</b>. E’ importante per te il linguaggio pittorico? Credi sia
intrinseco all'arte il dono di riuscire a comunicare cose importanti
attraverso opere che abbiano qualità che tendono all'universale?<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>R</b>. Dipende dal periodo storico. Se penso a Giotto, penso al primo
pittore moderno. Per me, riferito a lui, “moderno” significa che
egli è stato capace di cambiare le regole, il linguaggio e la visione
del mondo senza voler per questo cambiare il mondo, di trasmettere la
sua idea della realtà su un piano critico più articolato, segnando
forse lo stacco tra la percezione della perfezione accademica e la
riproduzione di ciò che invece è chiaro ad ogni uomo. E’ ciò che
fa Giotto dopo 950 anni di arte greco-bizantina, quando le figure
sacre erano fisse, ieratiche, seriali, dogmatiche; egli è capace di
introdurre sfondi architettonici come scenografie teatrali, di
muovere le masse degli “attori” all'interno di quelle scenografie e, perciò, di mostrare gli uomini con le
loro storie con il notevole proposito di comunicare con il popolo in una lingua comprensibile, un vero e proprio <i>volgare pittorico</i>. E’ un
cambiamento epocale e da allora la pittura ha preso a condividere le
sue domande sull’uomo e la sua storia, spesso in modo assolutamente
coinvolgente attraverso una forte spinta all'immedesimazione del
pubblico.</div>
<div style="text-align: justify;">
Oggi abbiamo a che fare – anche – con altri mezzi di
comunicazione e penso che ci siano in ballo giochi mercantili che
distraggono l’arte e l'approccio ad essa. Ma, se è vero che la
sensazione di una qualche forma di assenza di categorie moderne
sublima tutta la preziosità dell'arte, riesco, nonostante ma anche
grazie alla sensazione della presenza assurda di un qualche vuoto, a
provare una sorta di nostalgia diacronica di un'arte che corrisponda
completamente ai nostri tempi.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMUL8wq5chE2BYJqc7EqB1OZRVet7gnNPV6d7M2FB7UvSYDRRMT23mJwe79W9fl_iWukg2RhTYhI-YCgT6ZCguF6u4YJ5H-Ps8tv_TYI55j-a_3NGpC8z6R8fp4VfNp1E7oS0s5Cmbl60/s1600/3.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMUL8wq5chE2BYJqc7EqB1OZRVet7gnNPV6d7M2FB7UvSYDRRMT23mJwe79W9fl_iWukg2RhTYhI-YCgT6ZCguF6u4YJ5H-Ps8tv_TYI55j-a_3NGpC8z6R8fp4VfNp1E7oS0s5Cmbl60/s320/3.JPG" width="208" /></a></div>
<br />
<b>Dice di sè E.P. Gavazzoni</b>:<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
"La mia ricerca.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Ragioni di lavoro mi hanno per molto, molto tempo allontanato dall'esercizio costante della pittura.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma ho ripreso a studiare Storia dell'Arte, disegno, pittura tre anni e
mezzo or sono fino a produrre una serie di lavori frutto di una sorta di
allenamento.</div>
<div style="text-align: justify;">
La produzione che io considero più matura è di questi ultimi quattordici
mesi e corrisponde ad una trentina di pezzi tra i quali una quindicina,
a mio avviso, più interessanti rispetto agli altri.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
E' la ricerca interiore che mi preme nella declinazione della mia
visione spirituale dell'uomo, anche religiosa, non tanto nel senso
dottrinale dei termini e delle applicazioni comportamentali ma
soprattutto in quanto all'attenzione a valori più profondi come, per
esempio, l'esplorazione della dimensione onirica e di quella del mistero
dell'origine e delle risultanze della poesia.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
L'impianto estetico dei miei dipinti trae spinta dall'amore giovanile ma
tutt'altro che sopito per la pittura più tenebrosa del Tintoretto e per
quella delle ombre e delle improvvise luci del Caravaggio.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La mia è una ricerca, se si vuole, anacronistica; una sorta di anamnesi,
quasi al riconoscimento delle ragioni, da me non condivise, di quei
molti luoghi deputati nei quali si celebra la sparizione della pittura."</div>
<br />
E' un'intervista a cura di <a href="http://geornalism.blogspot.it/2013/07/intervista-enzo-paolo-gavazzoni-pittore.html" target="_blank">DASTRA</a> e <a href="https://www.facebook.com/guitarhugobeaumont" target="_blank">Hugo Beaumont</a> / <a href="https://www.facebook.com/pierangelo.cardia" target="_blank">Pierangelo Cardia</a>.<br />
<br />
Pagina Facebook <b><a href="https://www.facebook.com/dastrageorn" target="_blank">DASTRA</a></b><br />
<br />
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-6731623105492041372013-07-06T21:38:00.002+02:002013-07-06T22:45:26.833+02:00La scola a li tempi iusto prima cue lo mondo ntero piatto ritornò, Tratto dalle Cronache di RR&K (from DASTRA)<b>La scola a li tempi iusto prima cue lo mondo ntero piatto ritornò</b> <br />
Tratto dalle <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/search/label/Cronache%20di%20Ronaldo%20Ronaldinho%20e%20Kak%C3%A0segna#.UdhdQIV5G3k" target="_blank">Cronache di Ronaldo Ronaldinho e Kakàsegna</a><br />
by <a data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=440821862662978" href="https://www.facebook.com/dastrageorn">Dastra</a> (<a href="https://www.facebook.com/profile.php?id=440821862662978&sk=notes">Notes</a>) on Saturday, July 6, 2013 at 8:42pm<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtSZam9cXVpV_vku54Zft_uzOhabc46zksRPsNZN9gzgKjQcRkw_F97fK9jAEj6bCF-FNis8_AvUX_DE3Y-zmRB0Mm7HhrabQeRNTtRBvap6bKlVLOUcYF8xIzrw7TJwd60GunkcSQLks/s1600/designall.dll.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtSZam9cXVpV_vku54Zft_uzOhabc46zksRPsNZN9gzgKjQcRkw_F97fK9jAEj6bCF-FNis8_AvUX_DE3Y-zmRB0Mm7HhrabQeRNTtRBvap6bKlVLOUcYF8xIzrw7TJwd60GunkcSQLks/s320/designall.dll.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">meritocrazia</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>La <b>Cadèmia de li Morzi</b>
l'allorèra [il luogo deputato alla formazione] lopostosuppòsto lo meio
dobe te nzegnàvano a abbaià, forzecuefòrze pè preparà li giorni a venì
de la <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/06/lo-tempo-de-la-terra-piatta-dalle.html#.UdhdNIV5G3k" target="_blank"><b>Terra Piatta</b></a>. Ne lo gènero l'erancuelèran benmèssi ne
zonadeluòcui ndobe ce staba li spassi [le porzioni di territorio] pè
gioucà le primere fuorme de<b> <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/06/lo-tempo-de-la-terra-piatta-dalle.html#.UdhdNIV5G3k" target="_blank">Tiranbùcio</a></b> e li spassi silbèstri per a ndà a prende come susàba l'allòra lo <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/07/come-se-puole-cattura-uno-cinghiale.html#.UdhdCoV5G3k" target="_blank">cinghiale co lo scuerzo de la cinghia lessa</a>.</i><br />
<a name='more'></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
A
la Cadèmia de li Morzi s'ensegnabano a abbaià e puro a rode e pè
ntrarce cuelli cue cearribarònne (arribarònne l'è pè fa rima) se dovebi
deià esse moltomamòlto dotàdo. E lillì cuello se faceba: abbaià,
mòrderze [per prepararsi al meglio al futuro destinato agli appartenenti
alla <i>élite</i>] e rode. Pè lo esemplio si tu uno cue se magnaba a morzi n'artro uno te lo potebi ciamà lo <i>altropòfago</i> e nvece accuesti li dovevi ciamà <i>canaporcòfagi</i>;
e l'essecuelèsse, comedì, più bastardi de l'artri l'eracuelèra uno bono
bantaio pè finì trapprìmi cuando la scola la se finiba. E nfatti cuesti
ecuelli li cue arrescìbeno a entrà lillì drento pazzàbano acorrèrse
detro e baiàrzi e mordèrzi per cuè talcosì la scola li voleba e npiù
ncora subitocuesùbito li ciamàbeno e li dicièbeno tu cue ramo prendi e
loro li bastaba che fossecuefòsse ramo de sgranoccuià pè mparà a rode.</div>
<div style="text-align: justify;">
E
li bancui, li bancui lose servibano pè fadafòco cue l'eracueserbìva pè
coce li <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/07/come-se-puole-cattura-uno-cinghiale.html#.UdhdCoV5G3k" target="_blank">cinghiali</a> cue l'artri [i popolani, nella lingua antica “lo
popùlo” che era formato da “li popu l'ani”] nfenoccuiabano drento a la
silba cola istoria de la cinghia lessa cue locuiuncue se sa che li
cinghiali cuandocuecuàndo se sentono lo dore de la cinghia lessa nun
capìscieno più niente.</div>
<div style="text-align: justify;">
A la fine de lo periòdo de la scola lo
meiore de tutti l'eracuelèra cuello cue aveba (ab)baiàto deppiù e
ammòrzo attùtti li sui paro e abbruciato attùtti li bancui, e lo
proverbo più meiore pè l'epoca l'erachelèra “<b>ne ammazza più lagno ranza cue la spieda</b>”
e cue la spieda l'eracuelèra lo arneso cue a cuelli tempi se usaba
peffà ggirà su lo foco lo <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/07/come-se-puole-cattura-uno-cinghiale.html#.UdhdCoV5G3k" target="_blank">tonto cinghiale</a> che s'eracuesèra fatto frecà
cò sta veccuia istoria de la cinghia lessa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Finita la scola cuelèra, a li meio de cuelli li dàbeno la <b>Corona Lara</b> (li Laràti) cue l'eracuelèra fatta de foie de <b>Laro</b>
cue l'eracuelèra puro lo arbelo cue daba le foie pè premià permodedì lo
cinghiale preso còlo trucuo de la cinghia lessa. Percìocuesse li
tenitori de la Corona Lara se li mandebano cuasicuetùtti ndrento a no
posto bellomabèllo cue se ciameba lo <b>Laracòmio</b>. Lo posto
l'eracuelèra tantomatànto bellomabèllo cue ciaveba puro [in genere] uno
lacuetto ndobe mparaba a notà na nimaletto sessepò ancuora più tonto de
lo cinghiale e cue se veniba ciamàdo lo <b>Lenzo</b> [il “Lenzo” quando
si riuniva con altri della sua specie eventualmente formava comunità
dette “li Lenzi”]. Lo Lenzo ngenero no ciaveba bisogna mancuo de na
lenza pesseprèso. Ne lo drento de lo Laracòmio [era pratica comune e ben
radicata] cue cuelli cue s'avebanocuesavèbano cuada gnato la Corona Lara
ngenero pascuolàbano ntorno a lo lacuetto e se poteba puro capità cue
transumabano a no antro laracòmio de cuelli cue tanti ce nèreno lillì da
cuelle cue bellepàrti. Lo lorolaboro [principale] l'eracuelèra gioucà
li trucui de le carte co le monede de lo populo [nella lingua antica
“popùlo”] e nspècie deli <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/06/lo-tempo-de-la-terra-piatta-dalle.html#.UdhdNIV5G3k" target="_blank">Uni</a> cue melio cue stà a bucca averta a vardà
demèlio nun se sapebano fà. Si le monede vanzàbano li Laràti se
prendebano na lerba ciamada “<b>Lerba Scitta</b>” cue cuando se la fumàbano puro [estasiati] pronunciàbano la faràse famosaìssima: <b>cue bonodòre de scitta</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
En talo tempo de scritto la <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/06/lo-tempo-de-la-terra-piatta-dalle.html#.UdhdNIV5G3k" target="_blank"><b>Triade</b></a>
affamòsa davvenì no s'eracuesèra ncora afformata: lo lato primo
l'eracuelèra ncora ngirànte dappo rtappòrta a mbonì li <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/06/lo-tempo-de-la-terra-piatta-dalle.html#.UdhdNIV5G3k" target="_blank">Uni</a> (cuelli cue
sapèbano stà solo a bucca averta cue ncoròggi le muscue ce fan casa) e
li <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/06/lo-tempo-de-la-terra-piatta-dalle.html#.UdhdNIV5G3k" target="_blank">Dui</a> (l'indaffaràti scaccolatòri) cue le portebessèro la acua a lo sò
molìno; lo lato secundo se ndustriaba a fa trucui de focui darti fici e
de aèsse npò dappe ratutto e ià alòra la se faceba ciamà Lillì cue ndo
te girabì lo staba llì, lillì apùnto; lo terso lato, latèba percue no
cièra ncòra, ma ià faceba umbra.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo fucuefù pettùtti
sti motibi ncàso o na [fortuita] combi nassiòne, cue la Mondo ntero
l'abessecuelabèsse <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/06/lo-tempo-de-la-terra-piatta-dalle.html#.UdhdNIV5G3k" target="_blank">de tornàsse piatto</a> [da lì a poco] lmenocuemèno lmèno
perrumpò.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
E ntànto le scuadre de le <b>Strisce Orizontàli</b> e de lo <b>Sole a Cuadretti</b>, se ndustriàbano a abbaià e mordèrze pè vince litùtti li tornei dall'Anno Uno c'aveba ncora addavvenì al <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/05/patto-matto-tratto-dalle-cronache-di.html#.UdhgUIV5G3k" target="_blank"><b>giorno cuando</b> lo </a><b><a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/05/patto-matto-tratto-dalle-cronache-di.html#.UdhgUIV5G3k" target="_blank">Asilo Nido del Sole</a> </b>vinse lo torneo eppòio ielo fregaro.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
E
ntànto lo popùlo [nella lingua antica] s'allenàba a selo fàsse
posissionà cue cuelli tempi doloròsi l'erancuelèran stà pè arribarònne
(e arribarònne no lèra solo pè fà rima).</div>
<br />
Ma cueste, so antre istorie.<br />
<br />
Note a “La scola a li tempi iusto prima cue lo mondo ntero piatto ritornò”:<br />
<ul>
<li>le
Cronache di Ronaldo Ronaldinho e Kakàsegna si svolgono in una
dimensione nella quale la componente spaziale domina su quella temporale
in quanto il tempo è fermo, non passa mai e le cose si muovono al suo
interno;<br />
</li>
<li>il <b>Narratore</b> implicito non ha nome e si
sposta da uno spazio narrativo all'altro, quasi a cercare un filo logico
che possa unire gli avvenimenti a cui ha la ventura di assistere;<br />
</li>
<li>il
Narratore usa un idioma universale - appreso da un Frasario (nella
lingua antica Farasàrio) "turistico" - allo scopo di venir compreso
negli spazi diversi e divisi da confini che attraversa nei suoi viaggi
ricognitivi. La sua parlata può subire variazioni che dipendono dal
numero di osterie visitate nel corso del suo peregrinare e dalle brocche
di <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/07/elisir-delle-provencie-unite-ricetta.html#.UdhdEoV5G3k" target="_blank"><b>Elisir delle Provencie Unite</b></a> (la sua bevanda preferita) consumate per dissetarsi durante il cammino;<br />
</li>
<li>le avventure del Narratore sono parte essenziale dell'intero corpus delle Cronache di Ronaldo Ronaldinho e Kakàsegna;<br />
</li>
<li>la <b>Triade</b> è una tipica istituzione terrena.</li>
</ul>
Note linguistiche:<br />
<ul>
<li>la forma ausiliare <b>l'erachelèra</b> - o <b>l'eracuelèra,</b> a seconda delle varianti territoriali – è da interpretare come “<b>era</b>”, imperfetto, terza persona singolare del verbo <b>essere</b> in italiano</li>
<li>non esiste nella lingua antica forma plurale per Laracòmio: si può dire però "un laracòmio, anzi due, un laracòmio, anzi tre, etc. etc.".</li>
</ul>
Le <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/07/elisir-delle-provencie-unite-ricetta.html#.UdhdEoV5G3k" target="_blank">Cronache di <b>Ronaldo, Ronaldinho e Kakàsegna</b></a> sono frutto della fantasia di <a href="https://www.facebook.com/guitarhugobeaumont" target="_blank">Hugo Beaumont</a> / <a href="https://www.facebook.com/pierangelo.cardia" target="_blank">Pierangelo Cardia</a><br />
<br />
Pagina Facebook <b><a href="https://www.facebook.com/dastrageorn" target="_blank">DASTRA</a></b><br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-8664560369507076732013-07-06T05:20:00.001+02:002013-07-06T05:20:37.075+02:00 Come se puole catturà uno cinghiale, tratto dalle Cronache di RR&K (from DASTRA)<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><b>Scene di caccia</b> dalle <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/search/label/Cronache%20di%20Ronaldo%20Ronaldinho%20e%20Kak%C3%A0segna#.Udd48oV5G3k" target="_blank">Cronache di Ronaldo, Ronaldinho e Kakàsegna</a><br />
#1 <b>Come se puole catturà uno cinghiale?</b></span></span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZ9zj0dO7cxGd8i4yn3FsEXjFQGZz69lYF36C_mq1hdkdoz6wO5KigeNZ8XEcWH5RB2CyvqI5rVIAwbmbOqweEV1-fd_6nwbMXjC9AvUxbP8L_QbweFpE56yWTBURHOMhxFV8IWdtuDnw/s1600/936547_471290806282750_1284715132_n.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZ9zj0dO7cxGd8i4yn3FsEXjFQGZz69lYF36C_mq1hdkdoz6wO5KigeNZ8XEcWH5RB2CyvqI5rVIAwbmbOqweEV1-fd_6nwbMXjC9AvUxbP8L_QbweFpE56yWTBURHOMhxFV8IWdtuDnw/s320/936547_471290806282750_1284715132_n.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<i><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption">Metodo de come se puole catturà uno cinghiale.</span></span></span></span></i><a name='more'></a>
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6790128819286348459" name="more"></a><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"> </span></span> </span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption">La basta prendère una cinghia,
àndare pelo bosco in radùra e ivi fare la cinghia suddetta labollire in
acqua labollente. E poscia che l'è labollita la cinghia lo cinghiale se
sente l'odore de la cinghia-lessa. E il giuoco l'è fatto.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><br /> @ <a data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=159274827571616&extragetparams=%7B%22directed_target_id%22%3A0%7D" href="https://www.facebook.com/pages/Rudy-Mental-Studio/159274827571616?directed_target_id=0">Rudy Mental Studio</a>; Così reportò DASTRAthustra in Mat Arte, la Legge al Tempo della Peste Nera 2013</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><br /> <a class="_58cn" data-onclick="[["HashtagLayerPageController","click"]]" data-pub="{"id":424876994274383}" href="https://www.facebook.com/hashtag/modididire"><span class="_58cl">#</span><span class="_58cm">modididire</span></a> <a class="_58cn" data-onclick="[["HashtagLayerPageController","click"]]" data-pub="{"id":615533295139789}" href="https://www.facebook.com/hashtag/dastra"><span class="_58cl">#</span><span class="_58cm">DASTRA</span></a> <a class="_58cn" data-onclick="[["HashtagLayerPageController","click"]]" data-pub="{"id":571124012932822}" href="https://www.facebook.com/hashtag/dastraquote"><span class="_58cl">#</span><span class="_58cm">DASTRAquote</span></a> <a class="_58cn" data-onclick="[["HashtagLayerPageController","click"]]" data-pub="{"id":467828229949793}" href="https://www.facebook.com/hashtag/politix"><span class="_58cl">#</span><span class="_58cm">politix</span></a> <a class="_58cn" data-onclick="[["HashtagLayerPageController","click"]]" data-pub="{"id":133877973479935}" href="https://www.facebook.com/hashtag/turinlamaira"><span class="_58cl">#</span><span class="_58cm">turinlamaira</span></a> <a class="_58cn" data-onclick="[["HashtagLayerPageController","click"]]" data-pub="{"id":518670804852281}" href="https://www.facebook.com/hashtag/trist"><span class="_58cl">#</span><span class="_58cm">trist</span></a></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="_58cm"><br /></span></span></span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-1873683789722575892013-07-06T05:14:00.001+02:002013-07-06T05:16:49.492+02:00Come se puole prende uno cocco drillo, tratto dalle Cronache di RR&K (from DASTRA)<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><b>Scene di caccia</b> dalle <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/search/label/Cronache%20di%20Ronaldo%20Ronaldinho%20e%20Kak%C3%A0segna#.Udd48oV5G3k" target="_blank">Cronache di Ronaldo, Ronaldinho e Kakàsegna</a><br />
#2 <b>Come se puole prende uno cocco drillo?</b></span></span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiQ4D5J01fiRgo53BF5Pej0CzMUnslRUy17x6wBXYWIZFKNUQZHe_PA4WR_aywyWhZIu5ULudhlgAuROIZV_kJ388JB27lFALkHATnGtRC8ROuSNPI-nunbd-wqp7_DXoELuR4IEuH2jg/s1600/936466_471288189616345_1310605710_n.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiQ4D5J01fiRgo53BF5Pej0CzMUnslRUy17x6wBXYWIZFKNUQZHe_PA4WR_aywyWhZIu5ULudhlgAuROIZV_kJ388JB27lFALkHATnGtRC8ROuSNPI-nunbd-wqp7_DXoELuR4IEuH2jg/s1600/936466_471288189616345_1310605710_n.jpg" /></a></div>
<br />
<i><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption">Metodo de </span></span></span></span></i><i><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption">come se puole prende uno cocco drillo</span></span>.</span></span></span></span></i><br />
<a name='more'></a><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6790128819286348459" name="more"></a><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"> </span></span> </span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption">Se
mette uno amo puntuto dentro una bistecca; e de fianco se pone una
foglia avvelenata. Lo cocco drillo guarda la bista e guarda la foglia e
visto che l'è furbo mangia la foglia.</span></span><br />
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption">E il giuoco l'è fatto.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><br /> @ <a data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=159274827571616&extragetparams=%7B%22directed_target_id%22%3A0%7D" href="https://www.facebook.com/pages/Rudy-Mental-Studio/159274827571616?directed_target_id=0">Rudy Mental Studio</a>; Così reportò DASTRAthustra in Mat Arte, la Legge al Tempo della Peste Nera 2013</span></span></div>
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><br /> <a class="_58cn" data-onclick="[["HashtagLayerPageController","click"]]" data-pub="{"id":424876994274383}" href="https://www.facebook.com/hashtag/modididire"><span class="_58cl">#</span><span class="_58cm">modididire</span></a> <a class="_58cn" data-onclick="[["HashtagLayerPageController","click"]]" data-pub="{"id":615533295139789}" href="https://www.facebook.com/hashtag/dastra"><span class="_58cl">#</span><span class="_58cm">DASTRA</span></a> <a class="_58cn" data-onclick="[["HashtagLayerPageController","click"]]" data-pub="{"id":571124012932822}" href="https://www.facebook.com/hashtag/dastraquote"><span class="_58cl">#</span><span class="_58cm">DASTRAquote</span></a> <a class="_58cn" data-onclick="[["HashtagLayerPageController","click"]]" data-pub="{"id":467828229949793}" href="https://www.facebook.com/hashtag/politix"><span class="_58cl">#</span><span class="_58cm">politix</span></a> <a class="_58cn" data-onclick="[["HashtagLayerPageController","click"]]" data-pub="{"id":133877973479935}" href="https://www.facebook.com/hashtag/turinlamaira"><span class="_58cl">#</span><span class="_58cm">turinlamaira</span></a> <a class="_58cn" data-onclick="[["HashtagLayerPageController","click"]]" data-pub="{"id":518670804852281}" href="https://www.facebook.com/hashtag/trist"><span class="_58cl">#</span><span class="_58cm">trist</span></a></span></span><br />
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-24809241561446374602013-07-06T05:09:00.001+02:002013-07-06T05:11:23.856+02:00Elisir delle Provencie Unite, Ricetta tratta dalle Cronache di RR&K (from DASTRA)<b><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption">Elisir delle Provencie Unite</span></span></b><br />
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="text_exposed_show"><b>Ricetta</b> tratta dalle <a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/search/label/Cronache%20di%20Ronaldo%20Ronaldinho%20e%20Kak%C3%A0segna#.Udd48oV5G3k" target="_blank">Cronache di Ronaldo, Ronaldinho e Kakàsegna</a></span></span></span></span></span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwNEsuL6U_OT0oZ2l9JSV4l04bLWJW4cHcHiK_yYuducLOx7Jia5cc3I2udH1VKMmXYz2FOZLynnjhGOhMhGL0F8IhyCaPef7_dZFRRjD9p6Yme_roCK0dRzGBgc_ENw-OyO3Hxcmq1BI/s1600/1017247_474912752587222_2063370007_n.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwNEsuL6U_OT0oZ2l9JSV4l04bLWJW4cHcHiK_yYuducLOx7Jia5cc3I2udH1VKMmXYz2FOZLynnjhGOhMhGL0F8IhyCaPef7_dZFRRjD9p6Yme_roCK0dRzGBgc_ENw-OyO3Hxcmq1BI/s320/1017247_474912752587222_2063370007_n.jpg" width="320" /></a></div>
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"></span></span></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"></span></span></span></span> <span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"></span></span></span></span><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><i>Se prendeno:</i></span></span><i><br /><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"> Vino Cannonero litri 1</span></span><br /><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"> Zucchero etti 1</span></span><br /><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="text_exposed_show"> Cannella grammi 1</span></span></span><br /><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="text_exposed_show"> Garofani grammi 1</span></span></span></i><br />
<a name='more'></a><a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6790128819286348459" name="more"></a><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="text_exposed_show"></span></span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="text_exposed_show">
Se scioie pepprìma lo zucchero accàldo ne lo vino, poscia vi si
aggiungheno le cannella e le garofani chè ci macèrino ne lo vino
azzuccherato pe' dieciotto bone orette, mezcolando proprio sempre e po'
se filtra.</span></span></span><br />
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="text_exposed_show"> Alcuni de lo Ordine de li Lordi solèvano mette tuttinzieme su lo foco e poscia cuasi al subito bevèrlo caldocàldo.</span></span></span><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="text_exposed_show"></span></span></span><br />
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="text_exposed_show"></span></span></span><br />
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="text_exposed_show"> DASTRobolically speaking: "Il diavolo non assaggia le sue ricette".</span></span></span></div>
<br />
<span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="text_exposed_show"><a class="_58cn" data-onclick="[["HashtagLayerPageController","click"]]" data-pub="{"id":189737134517469}" href="https://www.facebook.com/hashtag/lickwhores"><span class="_58cl">#</span><span class="_58cm">LickWhores</span></a> <a class="_58cn" data-onclick="[["HashtagLayerPageController","click"]]" data-pub="{"id":514044565304086}" href="https://www.facebook.com/hashtag/ricette"><span class="_58cl">#</span><span class="_58cm">ricette</span></a> </span></span></span><span class="fbPhotosPhotoCaption" data-ft="{"type":45}" id="fbPhotoSnowliftCaption" tabindex="0"><span class="hasCaption"><span class="text_exposed_show"><a class="_58cn" data-onclick="[["HashtagLayerPageController","click"]]" data-pub="{"id":571124012932822}" href="https://www.facebook.com/hashtag/dastraquote"><span class="_58cl">#</span><span class="_58cm">DASTRAquote</span></a> <a class="_58cn" data-onclick="[["HashtagLayerPageController","click"]]" data-pub="{"id":615533295139789}" href="https://www.facebook.com/hashtag/dastra"><span class="_58cl">#</span><span class="_58cm">DASTRA</span></a></span></span></span><br />
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-197924916434976322013-06-30T23:32:00.000+02:002013-06-30T23:32:30.700+02:00Pane e Veleno, in un film di Marie-Monique Robin<b>Notre Poison Quotidien</b><br />
un documentario di Marie-Monique <b>Robin</b><br />
Recensione di <a href="http://geornalism.blogspot.it/" target="_blank"><b>DASTRA</b></a> e Hugo <b>Beaumont</b><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicWmnHRuk4ESFN_L8-g3GznDpvrEeCJfE6ezvNOBgRSGVGI3jrx23NyL2B3wlks6f2PLDr5u6Zh0a3gv4faNiwQvqvOqV778M1JQ29tnAqMqLfS4DGflS57sqO12ItLfMESzGe8pd7rXo/s640/152058501_640.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicWmnHRuk4ESFN_L8-g3GznDpvrEeCJfE6ezvNOBgRSGVGI3jrx23NyL2B3wlks6f2PLDr5u6Zh0a3gv4faNiwQvqvOqV778M1JQ29tnAqMqLfS4DGflS57sqO12ItLfMESzGe8pd7rXo/s320/152058501_640.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.5cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.5cm;">
<i><b>Notre
poison quotidien</b> (Il nostro veleno quotidiano) di Marie-Monique
<b>Robin</b>, è un documentario che descrive nel dettaglio la
presenza di prodotti chimici negli alimenti di cui si cibano gli
esseri umani.</i></div>
<a name='more'></a>L'autrice francese,
conosciuta per lavori come <strong>Les 100 photos du siècle del 1998</strong>
e per le sue innumerevoli inchieste, la più famosa delle quali “Le
Monde selon <b>Monsanto</b>” riguarda il passato e il presente poco
gloriosi dell'azienda leader mondiale degli OGM, offre attraverso
questa sua nuova opera i risultati di una serie di interrogativi sui
regolamenti che riguardano la valutazione scientifica dei pesticidi,
degli additivi, e dei materiali plastici usati per la confezione
degli alimenti.
<div align="JUSTIFY">
Per affrontare al meglio la preparazione di
un'impresa che l'ha condotta in sei Paesi europei (Francia, Italia,
Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Danimarca) oltre che in USA,
Canada, Cile e India, Marie-Monique Robin ha realizzato, secondo il
metodo che la contraddistingue, un lungo lavoro di ricerca
preliminare consistente nella lettura di un centinaio di libri la
maggior parte dei quali in lingua inglese, di rapporti e di studi
scientifici. Cosciente del fatto che il campo di investigazione era
piuttosto vasto, la giornalista ha deciso di rivolgere la sua
attenzione essenzialmente verso i soli elementi chimici che entrano
in contatto con la nostra catena alimentare, a partire dalle
coltivazioni (i pesticidi) per arrivare al prodotto confezionato per
il consumatore (additivi e plastica per alimenti). A questo scopo, la
Robin ha intervistato direttamente tossicologi, biologi e
rappresentanti delle Agenzie che si occupano di regolamenti e, per
approfondire ulteriormente la sua ricerca, ha consultato gli archivi
di organizzazioni internazionali come l'OMS e il Centro
internazionale per la ricerca sul cancro (CIRC).</div>
<div align="JUSTIFY">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
I risultati di queste
ricognizioni iniziali, sono elemento portante di <strong>Notre poison
quotidien</strong>, reportage nel quale l'autrice non esita ad
utilizzare la parola "<b>veleno</b>" per designare i
molteplici conservanti, coloranti, antiossidanti, residui di
pesticidi e altri prodotti chimici che ritroviamo sulle nostre
tavole. Così per esempio, nel corso del documentario viene chiarita
la definizione di <strong>aspartame </strong>(E951, presente in
numerosi alimenti) termine che già di per sè fa sorgere dubbi sul
suo impatto sulla salute umana, così come viene illustrata la
struttura del <strong>bisfenolo A</strong>, materia plastica molto
più organica e vivente di quello che si pensi (da ricordare a questo
proposito la polemica internazionale sulla composizione dei biberon).
Inoltre, a sostegno delle tesi proposte dal suo progetto, l'autrice
descrive la posizione fortunata dello Stato di Orissa in India, dove
sono presenti molti meno casi di cancro e di obesità rispetto alle
società occidentali, perchè le popolazioni che vi risiedono si
nutrono con i prodotti della loro agricoltura tradizionale.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />"La
letteratura scientifica è inquinata dagli studi fatti su misura per
l'industria, in una società del rischio dove è obbligatorio
accettare gli effetti collaterali in nome del progresso",
denuncia Marie-Monique Robin. Le autorità, EFSA (l'Autorità Europea
per la Sicurezza Alimentare) o OMS (L'Organizzazione Mondiale per la
Sanità), tentano di fissare delle linee guida per il consumo dei
prodotti chimici definendo dosi giornaliere ammissibili o margini
massimali dei residui: in questo modo, la complessità dei valori
trasforma gli organismi di controllo in "acrobati dei limiti"e
i consumatori pagano le conseguenze delle manipolazioni e delle
pressioni esercitate dall'industria chimica per mantenere sul mercato
prodotti altamente tossici.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />L'inchiesta di Marie-Monique Robin è
inquietante e implacabile ma, a conclusione del suo reportage, a
beneficio del pubblico la giornalista esplora tutte le piste che
permettono di proteggere e sostenere i meccanismi immunitari
attraverso una nutrizione corretta come dimostrano, nonostante le
negazioni diffamanti dell'industria farmaceutica, numerosi studi
divulgativi basati sulla ricerca scientifica.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="http://www.arte.tv/fr/Comprendre-le-monde/Notre-poison-quotidien/3676306.html" target="_blank">Glossario</a> </div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
E' una recensione di <a href="https://www.facebook.com/guitarhugobeaumont" target="_blank"><b>Hugo Beaumont</b></a> / <a href="https://www.facebook.com/pierangelo.cardia" target="_blank"><b>Pierangelo Cardìa</b></a> già pubblicata su <a href="http://www.effettoterra.org/documenti/ambiente/notizie/notre_poison_quotidien.html" target="_blank">Source</a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/Gpp7b0oCjI4?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Pagina Facebook <b><a href="https://www.facebook.com/dastrageorn" target="_blank">DASTRA</a></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0541146 7.691121399999929145.054070599999996 7.6910423999999287 45.0541586 7.6912003999999294tag:blogger.com,1999:blog-6790128819286348459.post-81434068588819755272013-06-20T04:17:00.000+02:002013-06-20T04:17:41.115+02:00Lo Tempo de la Terra Piatta, dalle Cronache di Ronaldo Ronaldinho e Kakàsegna (DASTRA)<div>
<b>Lo Tempo de la Terra Piatta, dalle Cronache di Ronaldo Ronaldinho e Kakàsegna</b></div>
by <a data-hovercard="/ajax/hovercard/page.php?id=440821862662978" href="https://www.facebook.com/dastrageorn">Dastra</a> (<a href="https://www.facebook.com/profile.php?id=440821862662978&sk=notes">Notes</a>) on Thursday, June 20, 2013 at 3:29 am<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUcs9e86Fy3-b1jvaWl09bB91lTtp2eG0m_imcziSWUxcoeieDYgQqZktY2HBYU7b5UDjHuXwmcpHAuotM_CdnnmnWplTK_9qlsN0TFlw69QvPu9R7s4pDwD2YLwmx57LwNt-1t4xAWXg/s1600/scarabs+1935+escher.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="253" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUcs9e86Fy3-b1jvaWl09bB91lTtp2eG0m_imcziSWUxcoeieDYgQqZktY2HBYU7b5UDjHuXwmcpHAuotM_CdnnmnWplTK_9qlsN0TFlw69QvPu9R7s4pDwD2YLwmx57LwNt-1t4xAWXg/s320/scarabs+1935+escher.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i>E venne puro lo giorno
cuando, lo mondo 'ntero piatto ritornò.</i></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i>L'erachelèra piatto ma
tanto piatto che manco le montagne ce ne furònne più (e furònne no
l'è solamente pe' fa' rima); e li fiumi e li mari l'eranchelèran
lachipaludi secche e la romantica piòva l'erachelèra uno tristo
memènto dentro a le lagrime degl'ombrellai. Cuesto capitava ne'
l'anni neri de li pejo giorni de l'epoca de Ronaldo Ronaldinho e
Kakàsegna.</i></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Ne' l'anni cuelli de
l'epoca de Ronaldo Ronaldinho e Kakàsegna, cuann'encòra Ronaldo
Ronaldinho e Kakàsegna nun sapevan ni legge ni scrive e nimmànco
tirà drittopèdritto, prepotàva la <b>Triade</b> che se penzava de sè che
cumandava, e ce piaceva assaio lo mondo piatto. La sèvoluta Triade
l'erachelèra fatta [ideologicamente parlando] de du' masse 'nformi e
de 'na pover'ombra. La sèvoluta Triade l'eracheciavèva la forma,
puro che cuella piatta, de 'no moderno triangùlo e la dovevi puro
vardà dampièdi tantochetànto l'erachelèra piatta: l'erachelèra
formata de tri lati co' lo voto 'nmezzo e lo terso lato la sola cosa
che teneva che fa' l'erachelèra de fa' ombra all'altri du' lati.
Laboro dell'ombra l'erachelèra de fa' ombra, laboro de li du' lati
l'erachelèra de tenè l'altro e viceverza.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Lo popolo [nella parlata
antica popùlo] 'nvece l'erachelèra deviso 'n du' tipi: li <b>Uni</b>, lo
che tenevan jà all'ora la bucca averta che le musche ce facevan
casa; li <b>Dui</b>, lo che se scaccolàvan li nasi chè, lo se dà
dariccordà, s'eravam tutti lontani de <b><a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2012/09/the-hugo-beaumont-diary-giuoco-laboro.html#.UcHCc4V5G3k" target="_blank">l'era dorata de la rivolusiòn 'ndustriosa</a></b> che l'ebbe che venì poscia cuando che cuando finarmente
se potè dopo li secùli giuocà tutti li giorni ottòre il pallone e
la dominica andà a vede undici contra undici lavoratori che se
sfidevano pe' nòra e messa dintro 'no stadio, l'era dorata cuando
sempre vincebano e convincebano la Scuadra delle Strisce Orizontàli
oppuro la Scuadra de lo Sole a Cuadretti, moltomamòlto prima che lo
Torneo de li Tornei fossechefòsse <b><a href="http://hugobeaumont.blogspot.it/2013/05/patto-matto-tratto-dalle-cronache-di.html#.UcG8K4V5G3k" target="_blank">venciuto, ma perso l'iguale, da lo famoso Asilo Nido del Sole</a></b>.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Doncue la Società
dallòra l'erachelèra cossì cumposta:</div>
<ul>
<li><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
La Triade, che de le
tre faticaba – permododedì – solo la su' ombra;</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Li Uni, che
[ideologicamente parlando] allevàvan le merdolòse musche;</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Li Dui, che se
scaccolàvan li nasi e forzechefòrze nun solo cuelli.</div>
</li>
</ul>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
[Paradossalmente] li
verochevèro ùtili a cuella Società del tempo cuando lo mondo
'ntero piatto ritornò, l'eranchelèran propriamento li Dui, la fetta
de popùlo che se scaccolàva 'l naso (e naso l'è solamente pe' no
fa' rima).</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
E 'nfatti li scaccolatòri
laborabano la materia prima, sepoddì, la che serbiva pè fa' la
palla da <b>Tiranbùcio</b> che l'erachelèra ne li giorni de lo mondo
piatto [non cresceva erba perché non pioveva; non c'era neve perché
non c'erano montagne; non c'era ghiaccio perché non c'erano poli;
etc. etc.] lo solo sporte o dopolabòro che se poteba praticà. Lo
Tiranbùcio consistìba de 'n numero che sempre mutaba de eletti
giuocatori contra de 'n numero che sempre mutaba de altri eletti
giuocatori che rimbalsabano la palla de caccole – detta puro
<b>Caccolòne</b> - [la “palla de caccole” era formata da migliaia e
migliaia di caccole ben amalgamate fra di loro] e la dovevano 'nfilà
ne lo bucio. Chi più ne 'nfilaba l'erachelèra che più ne vinceba.
E la palla, da badà bene, la teneba che esse benbèn manipolata
prima [in fase di lavorazione] chè sinòn l'erachelèra benbèn
manipolata prima, s'attaccaba al terreno e no se rimbalsaba e la
partita, se sepoddì, la se finiba lillì co u' nente de fatto.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Poi che lo Caccolòne
dopo 'n poi se seccaba e ne lo curso de li anni se seccaro de
scaccolarse puro li scaccolatori puro li scaccolatori de professione.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
E cuesto fu l'enisio de
'na nova era, cuella che venne prima de la famosa rivolusiòn
'ndustriosa de li tempi d'oro de lo giuoco e de lo laboro.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Ma cuesta, l'è n'altra
storia.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Note alla Cronaca de lo
Tempo de la Terra Piatta:</div>
<ul>
<li><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
le Cronache di
Ronaldo Ronaldinho e Kakàsegna si svolgono in una dimensione nella
quale la componente spaziale domina su quella temporale in quanto il
tempo è fermo, non passa mai e le cose si muovono al suo interno;</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
il <b>Narratore</b>
implicito non ha nome e si sposta da uno spazio narrativo
all'altro, quasi a cercare un filo logico che possa unire gli
avvenimenti a cui ha la ventura di assistere;</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
il Narratore usa un
idioma universale - appreso da un Frasario "turistico" -
allo scopo di venir compreso negli spazi diversi e divisi da confini
che attraversa nei suoi viaggi ricognitivi;</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
le avventure del
Narratore sono parte essenziale dell'intero corpus delle Cronache
di Ronaldo Ronaldinho e Kakàsegna;</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
la Triade è una
tipica istituzione terrena.</div>
</li>
</ul>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Le Cronache di <b>Ronaldo, Ronaldinho e Kakàsegna</b> sono frutto della fantasia di <a href="https://www.facebook.com/guitarhugobeaumont" target="_blank">Hugo Beaumont</a> / <a href="https://www.facebook.com/pierangelo.cardia" target="_blank">Pierangelo Cardia</a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
(<a href="https://www.facebook.com/dastrageorn" target="_blank"><b>DASTRA Geornalism</b></a>)<br />
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/10852883216920433695noreply@blogger.com0Rudy Mental Studio45.0537292 7.690783900000042245.0536852 7.6907049000000418 45.0537732 7.6908629000000426