un documentario di Marie-Monique Robin
Recensione di DASTRA e Hugo Beaumont
Notre
poison quotidien (Il nostro veleno quotidiano) di Marie-Monique
Robin, è un documentario che descrive nel dettaglio la
presenza di prodotti chimici negli alimenti di cui si cibano gli
esseri umani.
L'autrice francese,
conosciuta per lavori come Les 100 photos du siècle del 1998
e per le sue innumerevoli inchieste, la più famosa delle quali “Le
Monde selon Monsanto” riguarda il passato e il presente poco
gloriosi dell'azienda leader mondiale degli OGM, offre attraverso
questa sua nuova opera i risultati di una serie di interrogativi sui
regolamenti che riguardano la valutazione scientifica dei pesticidi,
degli additivi, e dei materiali plastici usati per la confezione
degli alimenti.
Per affrontare al meglio la preparazione di
un'impresa che l'ha condotta in sei Paesi europei (Francia, Italia,
Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Danimarca) oltre che in USA,
Canada, Cile e India, Marie-Monique Robin ha realizzato, secondo il
metodo che la contraddistingue, un lungo lavoro di ricerca
preliminare consistente nella lettura di un centinaio di libri la
maggior parte dei quali in lingua inglese, di rapporti e di studi
scientifici. Cosciente del fatto che il campo di investigazione era
piuttosto vasto, la giornalista ha deciso di rivolgere la sua
attenzione essenzialmente verso i soli elementi chimici che entrano
in contatto con la nostra catena alimentare, a partire dalle
coltivazioni (i pesticidi) per arrivare al prodotto confezionato per
il consumatore (additivi e plastica per alimenti). A questo scopo, la
Robin ha intervistato direttamente tossicologi, biologi e
rappresentanti delle Agenzie che si occupano di regolamenti e, per
approfondire ulteriormente la sua ricerca, ha consultato gli archivi
di organizzazioni internazionali come l'OMS e il Centro
internazionale per la ricerca sul cancro (CIRC).
I risultati di queste
ricognizioni iniziali, sono elemento portante di Notre poison
quotidien, reportage nel quale l'autrice non esita ad
utilizzare la parola "veleno" per designare i
molteplici conservanti, coloranti, antiossidanti, residui di
pesticidi e altri prodotti chimici che ritroviamo sulle nostre
tavole. Così per esempio, nel corso del documentario viene chiarita
la definizione di aspartame (E951, presente in
numerosi alimenti) termine che già di per sè fa sorgere dubbi sul
suo impatto sulla salute umana, così come viene illustrata la
struttura del bisfenolo A, materia plastica molto
più organica e vivente di quello che si pensi (da ricordare a questo
proposito la polemica internazionale sulla composizione dei biberon).
Inoltre, a sostegno delle tesi proposte dal suo progetto, l'autrice
descrive la posizione fortunata dello Stato di Orissa in India, dove
sono presenti molti meno casi di cancro e di obesità rispetto alle
società occidentali, perchè le popolazioni che vi risiedono si
nutrono con i prodotti della loro agricoltura tradizionale.
"La letteratura scientifica è inquinata dagli studi fatti su misura per l'industria, in una società del rischio dove è obbligatorio accettare gli effetti collaterali in nome del progresso", denuncia Marie-Monique Robin. Le autorità, EFSA (l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) o OMS (L'Organizzazione Mondiale per la Sanità), tentano di fissare delle linee guida per il consumo dei prodotti chimici definendo dosi giornaliere ammissibili o margini massimali dei residui: in questo modo, la complessità dei valori trasforma gli organismi di controllo in "acrobati dei limiti"e i consumatori pagano le conseguenze delle manipolazioni e delle pressioni esercitate dall'industria chimica per mantenere sul mercato prodotti altamente tossici.
L'inchiesta di Marie-Monique Robin è inquietante e implacabile ma, a conclusione del suo reportage, a beneficio del pubblico la giornalista esplora tutte le piste che permettono di proteggere e sostenere i meccanismi immunitari attraverso una nutrizione corretta come dimostrano, nonostante le negazioni diffamanti dell'industria farmaceutica, numerosi studi divulgativi basati sulla ricerca scientifica.
Pagina Facebook DASTRA
No comments:
Post a Comment