un film di Josh Fox
Recensione di DASTRA e Hugo Beaumont
Gasland è un documentario sociopolitico scritto, diretto e narrato da Josh Fox; un’indagine on the road effettuata dal filmmaker statunitense, che si imbarca in un’odissea investigativa attraverso gli USA per scoprire cosa si nasconde dietro l’offerta allettante che lo invita ad affittare il suo terreno per l’estrazione di gas naturali.
In molti sapevano - e quasi tutti sanno ora – che il casus belli, la
scusa addotta dagli Stati Uniti per la guerra in Iraq fondava le sue
origini sulla necessità di controllare direttamente, almeno in parte, i
residui giacimenti mediorientali di petrolio. Sono infatti il possesso e
la gestione delle fonti di energia a caratterizzare le scelte politiche
ed economiche che rappresentano così tristemente l'era moderna.
L'interesse presunto di pochi (l'aria è inquinata per chiunque) ha il
sopravvento sul buon senso comune, i Parlamenti sono “ostaggio delle lobby”
e la terra dei poveri è bagnata dal sangue dei caduti di conflitti
stabili alimentati dalla brama di risorse. Ma la ricerca affannosa di
fonti di energia alternativa non si arresta e spesso il tesoro cercato
lontano sta invece proprio sotto i nostri piedi. Così accade per esempio
negli USA, dove con i giacimenti nazionali di petrolio in esaurimento
le compagnie estrattrici si rivolgono alla nuova frontiera del guadagno
localizzato in casa propria. Anche in questo caso non mancano le vittime
e a fare le spese delle nuove tendenze allo sfruttamento della
ricchezza del Pianeta sono intere comunità di contadini e di allevatori,
la cui salute e quella dei loro animali viene messa a repentaglio dalle
tecniche estrattive delle multinazionali.
Di questo parla Gasland, lungometraggio di Josh Fox che con parzialità – e vorremmo ben vedere – ma con taglio assolutamente documentaristico descrive le nuove ferite inferte alla terra e ai suoi abitanti. Adesso, come peraltro ai tempi della corsa all'oro nero, le industrie del settore sono disposte ad acquistare terreni a prezzi notevoli perché sanno di poterne estrarre gas naturale mediante procedimenti di trivellazione invasivi e violenti, con conseguenze devastanti per l’ambiente e in modo particolare per le falde acquifere.
Del saccheggio territoriale Fox ha esperienza diretta quando riceve una lettera che contiene la proposta di un'offerta di 100.000 dollari in cambio del diritto di installare sui dieci ettari di terreno di proprietà della sua famiglia, una serie di impianti per lo sfruttamento del patrimonio sotterraneo con la promessa che la presenza industriale sarà discreta e inavvertibile.
Ma invece di approfittare di un'occasione
così allettante e apparentemente indolore, il filmmaker decide di
sondare a fondo le motivazioni della richiesta rivoltagli e il risultato
delle sue indagini sfocerà nella composizione di un'inchiesta che
rivela la portata spaventosa delle pratiche potenzialmente pericolose
che dilagano nei territori nordamericani. Nel corso della sua
ricognizione, che tocca diversi Stati degli USA, il regista e ideatore
di Gasland scopre i dettagli di un metodo estrattivo conosciuto come
fratturazione idraulica (hydraulic fracturing in inglese, spesso definito fracking dai media anglofoni), processo usato per incrementare la produttività dei giacimenti petroliferi o di gas di scisto,
pompando acqua pressurizzata, sabbia ed altre sostanze chimiche per
aprire delle fessure nella roccia e facilitare la risalita in superficie
del flusso dei combustibili fossili o delle sostanze gassose. Nella sua
ricerca della verità Fox viene a conoscenza di una serie di piccole
storie che formano l'esteso mosaico di paura che compone lo stupro
ambientale in atto nel suo Paese. In aree forse scelte ad arte tra le
più depresse anche dal punto di vista culturale, le sue interviste ai
proprietari terrieri descrivono situazioni assurde e impressionanti
condite di bugie e segreti istituzionali a vantaggio delle Imprese
estrattrici che, in nome del guadagno sfrenato, contaminano intere
regioni del Nord America. L'acqua che prima era potabile, non può più
essere bevuta e nell'elemento vitale per eccellenza, che in alcuni casi è
divenuto infiammabile, le analisi rivelano la presenza di benzene,
metano e di altri numerosi elementi tossici la cui concentrazione è a
volte di 1.500 volte superiore ai limiti imposti dalle norme sulla
sicurezza sanitaria. La conseguenza prima è visibile all'interno delle
comunità che abitano i territori violentati dove uomini e animali
perdono la salute e la speranza. E, quasi involontariamente, Josh Fox
diventa il rappresentante della sua gente, la voce di angoli rurali di
abbandono e di anonimato che grazie a lui possono urlare al mondo
esistenze interrotte dai veleni dell'ingiustizia.
Gasland, documento esemplare della sofferenza della terra e degli esseri viventi, di cui fanno tristemente parte le vicende dello Xingu brasiliano e della nostra Val di Susa, dipinge un ritratto spaventoso dell'attitudine al danno ambientale che si gonfia in modo esponenziale parallelamente ai profitti incalcolabili che si ottengono dalla dissacrazione della natura, oltre che dei suoi micidiali effetti successivi che già delineano la pesante eredità che incombe sulle generazioni a venire. Il film offre poi un ulteriore spunto di riflessione quando implicitamente avverte di scenari futuri che potrebbero cambiare la geopolitica mondiale del gas che al momento vede al vertice Russia ed Iran: se Stati Uniti ed Europa arrivassero ad esprimere il loro nuovo potenziale energetico, allora probabilmente i motivi di conflitto internazionale si moltiplicherebbero e i confini che preludono alla catastrofe verrebbero drammaticamente superati, senza possibilità di ritorno.
Se comunque film come The Cove, pur riferendo di situazioni dolorose e commoventi, lasciavano intuire spiragli che aprivano alla luce di auspicabili interventi positivi, il lavoro di Josh Fox non contiene elementi catartici immediati, né auspici di rivalsa o aspettative di rivincita: gli spettatori attenti si ritroveranno alla fine della visione in preda al medesimo sentimento di impotenza che provavano all'inizio del documentario e tra quegli spettatori, noi, pubblico o eroi locali, temiamo il paradossale esercizio introspettivo che ci definisce come vittime, bersaglio dei nostri stessi sistemi economici, e insieme ci invita a recitare il mea culpa del responsabile colpevole del proprio destino.
Definizione di Fracking da Urban Dictionary
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