Saturday, August 23, 2014

DASTRAfiles: Volcans d'Islande, et demain?

Quando la Terra alza la voce

Commento a "Volcans d'Islande, et demain?", documentario francese del 2011 di François de Riberolles e Jacques Bedel (nei giorni in cui si registra l'attività del Bardarbunga, il vulcano più grande d'Islanda). 23 agosto 2014




Nei giorni in cui si risveglia l’attività vulcanica in Islanda con l’eruzione del Bardarbunga, riproponiamo una recensione di "Volcans d'Islande, et demain?" documentario diffuso da Arte TV nel maggio del 2011.




(Pubblicato in origine in Source 2011) Scritto da P. Cardìa - H. Beaumont

25 maggio 2011 Arte TV

Dopo l'Eyjafjöll, quattro vulcani islandesi minacciano di tornare in attività e, questa volta, gli effetti delle eruzioni potrebbero rivelarsi più gravi che in passato.
Grazie ai media, nel corso dell’ultimo anno l’Europa ha realizzato finalmente che l’Islanda è la sede di una forza colossale, con la quale peraltro i suoi abitanti debbono convivere da secoli. Le nubi emesse dall'Eyjafjöll durante l’eruzione del marzo del 2010, hanno seminato il panico negli ambiti del traffico aereo mondiale causando, come conseguenza del ridimensionamento necessario dei programmi internazionali di volo, ingenti perdite per le compagnie aeree oltre che per interi settori dell’economia planetaria.
Ma altri vulcani con potenzialità distruttive molto maggiori sono sul punto di risvegliarsi in Islanda. I vulcanologi, sismologi e geologi che sorvegliano con attenzione questa terra ai confini del mondo, si concentrano ora sui dispositivi di allerta posizionati intorno ai quattro crateri dove la ripresa delle attività vulcaniche sembra essere imminente e, per questo motivo, deve venir monitorata con attenzione in un territorio che, oltretutto, è geologicamente giovane e ancora in fase di formazione.
Tra queste possibili eruzioni, quelle che sembrano presentarsi come le più pericolose e che promettono di essere colossali, riguardano i vulcani Askja e Katla le cui attività sono documentate fin dall’epoca remota dei Vichinghi. Si prevede a questo proposito che le ceneri vulcaniche possano arrivare a depositarsi sulle terre dell’Europa continentale oltre a interessare i livelli atmosferici di competenza dei collegamenti aerei.
Al momento, anche se gli scienziati accennano a contesti ambientali potenzialmente problematici, non appare rilevante il pericolo secondo il quale le condizioni nei territori interessati possano mutare in modo drastico e il paradosso del vulcano, che applica forza distruttrice ma anche rivitalizzante alla produttività della terra, viene citato quasi a restituire equilibrio e serenità durante la visione di scenari meravigliosamente terrificanti, quelli dei vulcani in Islanda, che tolgono il fiato e incutono paura.
Tra le conseguenze previste con sicurezza in relazione all’attività vulcanica islandese, esiste però il rischio assolutamente attuale che, ancora, come nella primavera del 2010, le nubi di cenere paralizzino a tempo indeterminato interi settori dell’economia e uno dei temi centrali del documentario è ragionevolmente rivolto alla necessità di una sospensione strutturata delle varie attività di trasporto aereo, quando non sarà possibile evitarlo.
A non trovarsi in accordo con eventualità di questo tipo, stanno in prima linea le compagnie aeree che, sentendosi beffate da una natura in genere sottovalutata, accusano i mezzi di informazione di seminare il terrore tra i viaggiatori i quali, a loro volta delusi, si vedono improvvisamente negate la  vacanza o le trasferte di lavoro. Gli interessi generali vengono toccati nel vivo quando i media ravvivano la coscienza delle persone in relazione ai propri diritti e le compagnie sanno di dover rimborsare le spese sostenute dai passeggeri a seguito della sospensione di un servizio.
Così, l’intento (riuscito) degli autori di Volcans d'Islande, et demain? va ben oltre la semplice descrizione di un fenomeno puramente naturalistico: il senso della loro opera ha il sapore della resa consapevole di fronte alla forza e al fascino che la natura esercita sullo studioso e sull'uomo comune. Ammirando le sequenze del documentario possiamo immaginare i sentimenti di Plinio, il vecchio, che drammaticamente non potè evitare il richiamo irresistibile dello spettacolo che illumina la terra e, a volte, non dimentichiamolo, la brucia.

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