Thursday, September 13, 2012

Cinema - Study Guides: Inside Job, scheda didattica

Cinema - Study Guides
Inside Job, scheda didattica


Foglio di lavoro / Scheda didattica ad uso di professori e studenti
Quesiti Essenziali per Approfondimenti sulle Tematiche Centrali del Documentario
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Inside Job, 2010 Documentario - USA / Scritto e diretto da Charles Ferguson


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Strutturato in cinque parti, il film prende in considerazione il periodo che va dal 2007 al 2010 ed esplora come i cambiamenti strategici e decisionali nel contesto politico e finanziario hanno contribuito a creare la crisi economica che ha avuto ufficialmente inizio nei primi mesi del 2008 e che condiziona ancora oggi (settembre 2012) l'equilibrio socio-politico del Pianeta.

La storia di un delitto senza castigo. Così A.O. Scott, giornalista del N.Y. Times, definisce in modo sintetico ed incisivo Inside Job, lungometraggio già vincitore del premio Oscar: la cronaca di un oltraggio che, pur denunciato e sotto gli occhi di tutti, al 2010 (anno di uscita dell'opera) aveva evitato quasi totalmente sanzioni legali e disprezzo pubblico. Il film, costruito con l'eleganza della migliore tecnica documentaristica recente, si erge a dichiarazione evidente di denuncia politica e punta in modo deciso a una disamina della concatenazione dei fenomeni nefasti che hanno messo in ginocchio l'intera economia mondiale. Inside Job esordisce in un clima di riflessione pacata che, via via che le sequenze si susseguono sullo schermo, muta progressivamente attraverso un crescendo di interventi e giudizi espliciti che trasformano in rabbia l'incredulità iniziale degli spettatori. Per conseguire il suo scopo rigoroso, il regista combina tra loro, a sostegno l'una dell'altra, la complessità da studio accademico del soggetto trattato con una mole di informazioni precisa al dettaglio, rintracciando così i percorsi tortuosi che hanno stravolto gli equilibri economici che nei decenni successivi alla Seconda Guerra Mondiale mostravano, pur negli ambiti di una disuguaglianza sociale diffusa, una qualche parvenza di stabilità. Tra gli argomenti toccati, hanno rilevanza notevole: la deregolamentazione progressiva dell'industria dei servizi finanziari che nel 1999 abbatteva negli Stati Uniti le barriere competitive tra banche tradizionali, banche d'affari e compagnie assicurative, permettendo al contempo alle aziende di partecipare eventualmente ad ognuno di quei tre mercati; la crescente popolarità dei derivati e della loro emissione che hanno per esempio consentito ad Enron di contrarre debiti non contabilizzati che poi ne hanno determinato il fallimento (sono tristemente noti, a questo proposito, altri disastri finanziari procurati attraverso i prodotti derivati, come quelli di Orange County o del Fondo LTCM); la bolla finanziaria in campo immobiliare; il fenomeno dei prestiti subprime che nel mercato statunitense venivano concessi, evidentemente a tassi altissimi, a soggetti con basso punteggio di credito e storie creditizie spesso irrisolte. Di tutti questi eventi finanziari, sottolinea Ferguson, nessuno aveva forma occulta o segreta, anzi, ognuno di essi e insieme nel loro complesso, venivano celebrati come rivendicazioni della potenza e della oculatezza dei mercati da personaggi di spicco come l'ex presidente G.W. Bush o l'economista, sostenitore irriducibile del capitalismo, Alan Greenspan.
Alla disinvoltura finanziaria degli operatori del settore, Charles Ferguson accosta, come elemento a quella collegato, l'attitudine a pratiche comportamentali estreme che si risolvono nell'uso abituale di sostanze stupefacenti e nell'assidua frequentazione del mondo della prostituzione. Così il lavoro del regista (oltre che scrittore ed esperto di tecnologia) originario di San Francisco, dà forma all'oscenità evidente messa in scena dai personaggi che hanno popolato di spregiudicatezza, di avidità e di vizi le catastrofiche vicende economiche ancora drammaticamente attuali.
Il contributo di interviste autorevoli (alle quali incredibilmente non partecipano gli esponenti di un'oligarchia tecnocratica ancora in carica) e di spettacolari riprese sui territori emblema della crisi (Islanda e New York), concorre nel confezionamento perfetto di una storia avvincente che non risparmia l'appello alle responsabilità di entrambi i partiti politici americani nelle fasi dell'abbandono colpevole della supervisione della finanza al mondo delle banche e degli speculatori. Ma Inside Job non esprime soltanto lo sguardo clinico del suo ideatore e della sua troupe. Un chiaro messaggio, essenza del film e suo intendimento, è l'invito esplicito alla politica, in quanto espressione delle scelte rappresentative dei popoli, a riappropriarsi delle forme di autocontrollo etico che ad essa si confanno, affinchè venga ripristinata la vigilanza sulle modalità applicative del potere economico e della sua cronica iniquità.


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